L’Inter ha conquistato più che meritatamente la finale di Europa League, battendo a suon di gol lo Shakhtar, alla fine di una partita giocata con un’intensità straordinaria, senza mai perdere le distanze, senza mai perdere un pallone.

Insomma, un dominio assoluto, raro a questi livelli. Incenerito il palleggio degli avversari, che sono stati storditi dal ritmo e dalla pressione dei rivali. Una Inter fantastica, che è arrivata a metà agosto – anzi oltre – con una condizione atletica importantissima, segno di grande attenzione e grande professionalità nel gestire le difficoltà di una stagione infinita.

Ora, dieci anni dopo, ecco dunque l’Inter in finale, contro un’avversaria – il Siviglia – che è sicuramente l’ostacolo più duro di questo cammino. E per questo bisognerà farsi trovare pronti, convinti e determinati come in questa semifinale. Inutile dire che bravissimo è stato Conte a far sì che la sua squadra arrivasse con questo spirito nel momento decisivo della stagione. Ma i suoi meriti non sono, naturalmente, solo caratteriali e di gestione. Bravissimo è stato il tecnico anche nella preparazione di una partita che praticamente non c’è mai stata. Inter e Conte, un gruppo di ferro, chiamato adesso a saltare anche l’ultimo ostacolo.

Alessandro Vocalelli