Oggi voglio parlarvi della Francia e del perché ci sono queste tensioni sociali sempre più evidenti. La Francia non ha solo un problema di conti pubblici, ma soprattutto un problema di bilancia commerciale.

Cosa vuol dire? Che i nodi vengono al pettine. L’accordo con Mitterrand negli anni ’80 (quello che ha portato alla nascita dell’euro) è stato sostanzialmente un trucco per mascherare il marco tedesco, permettendo la riunificazione delle Germanie per ragioni politiche. Un’operazione che ho spiegato in tante radio, trasmissioni televisive, incontri, seminari e convegni.

Una moneta troppo forte per un’economia fragile

Questo accordo ha portato una moneta troppo forte che ha consentito acquisti illimitati, ma oggi richiede una marcia indietro: la cosiddetta politica del rigore. Il problema non è solo il debito pubblico francese, ma la struttura dell’economia francese.

Cosa significa? Significa che il saldo tra la finanza detenuta dai francesi all’estero e quella esterna detenuta in Francia è negativo. In parole povere, la Francia è debitorie di circa 793 miliardi, mentre l’Italia è creditrice di circa 283 miliardi.

L’Italia meglio della Francia? I numeri parlano

La differenza tra Italia e Francia è di circa 1.000 miliardi di euro. Paradossalmente, noi stiamo molto meglio dei francesi, ma non lo dico per campanilismo: sono i dati ufficiali a dirlo. Ricordate quando 15 anni fa ci hanno fatto saltare un governo con la scusa della crisi? Ecco, se oggi i creditori della Francia decidessero di voltare le spalle, l’unica soluzione per Parigi sarebbe una politica di deflazione.

La deflazione, in una situazione di economia già distrutta, rischia di inserire anche l’inflazione. Questo porta alla necessità di ridurre il deficit, che per la Francia è costantemente sopra il 3%, violando i vincoli europei.

Questo problema nasce da un mancato vincolo sulla bilancia dei pagamenti: in un mondo normale, le risorse monetarie si sarebbero esaurite e ci sarebbe stata una svalutazione. Basti pensare che tra il 1944 e il 1987, la Francia ha svalutato il franco 13 volte.

Crescita a debito, spesa corrente e crisi strutturale

Crescere ‘a credito’, con soldi facili per tutti, ha portato ad investire nella spesa corrente invece che negli investimenti produttivi. E questo ha causato la crisi attuale.

Come se ne uscirà la Francia? Probabilmente con una ricetta simile a quella dell’Italia tra 2011 e 2014, con quella che possiamo definire una seconda trappola mortale: la deflazione, provocata da un sistema che si chiama euro e che rappresenta un massacro economico per le imprese, e ora anche per lo stato sociale.
Vedremo se anche in Francia ci sarà una ‘cura Monti’ come quella che hanno imposto a noi, oppure se le cose andranno diversamente. Ma questa (concludo) è la spiegazione tecnica della crisi che sta esplodendo oltre le Alpi.

Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi