Cade il governo Bayrou: l’Assemblea nazionale ha votato la sfiducia. Domani la presentazione delle dimissioni del premier al Presidente della Repubblica Macron.

Francia, 8 settembre 2025. Il governo guidato dal Primo Ministro François Bayrou è stato travolto da un voto di sfiducia in Assemblea Nazionale: 364 deputati hanno votato contro, mentre solo 194 si sono pronunciati a favore. Complice della vertiginosa caduta il debito pubblico monstre che ha raggiunto il 114% del PIL, e il controverso piano di austerità voluto da Bayrou per ridurre il deficit: tagli per circa 44 miliardi di euro, tra cui l’eliminazione di due festività nazionali e un congelamento della spesa pubblica. Misure percepite come impopolari e socialmente ingiuste. Domani mattina il premier sfiduciato dovrà rimettere tutto nelle mani del presidente della V Repubblica, Emmanuel Macron. Quest’ultimo si trova ora a dover scegliere se nominare un nuovo Primo Ministro – il quarto in meno di un anno – o optare per lo scioglimento dell’Assemblea e indire nuove elezioni legislative.

Marine Le Pen, prima del voto di sfiducia, ha chiesto elezioni anticipate, ricordando però come nel 2024 il secondo turno delle elezioni in Francia condannò il favorito Rassemblement National. “Nel 2024, Macron non ha sbagliato a pronunciare lo scioglimento. L’errore di Emmanuel Macron è stato quello di dedicare, tra il primo e il secondo turno, le sue energie presidenziali e quelle dei suoi amici politici a falsare il risultato maggioritario che si stava delineando. Il presidente della Repubblica ha il dovere di farsi da parte di fronte al voto popolare che si esprime, senza ricorrere al secondo turno per falsare le logiche elettorali. Queste manovre di strumentalizzazione dei secondi turni sono una distorsione della democrazia. Macron deve almeno una volta decidere di uscire dal suo ruolo di capo della maggioranza per assumere finalmente, se ne è capace, il suo ruolo di presidente della Repubblica“.

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