Von der Leyen idolatra l’agenda Draghi e traccia la rotta europea verso il baratro

Così si è espressa in questi giorni Ursula von der Leyen, la vestale del neoliberismo dell’Unione Europea:

Seguiamo Draghi, il mondo non ci aspetta!” E ha altresì aggiunto: “La bussola per la competitività trasforma le eccellenti raccomandazioni del report Draghi in una tabella di marcia.

L’Unione Europea si conferma così, ancora una volta – se mai ve ne fosse ancora bisogno – nella sua essenza di riorganizzazione verticistica del capitalismo post-1989, ossia un’unione delle classi dominanti d’Europa contro i popoli, i lavoratori e i ceti medi europei. Da tempo li chiamo euroinomani, oltre che austerici, poiché, di fronte ai conclamati fallimenti della moneta unica, l’euro, e dell’intero costrutto dell’Unione Europea, propongono immancabilmente come soluzione più Europa, più euro.

È l’atteggiamento squilibrato di un medico che, per curare un paziente, prescrive dosi sempre maggiori dello stesso farmaco che ha causato la malattia.

Per quanto riguarda Mario Draghi, l’unto dai mercati, non dobbiamo mai dimenticare ciò che dichiarò alcuni anni fa, quando affermò che era necessario salvare l’euro whatever it takes, a ogni costo. Non si tratta di salvare i lavoratori e il popolo a ogni costo, ma di salvare l’euro, sacrificando eventualmente proprio il popolo e i lavoratori, come in effetti l’Unione Europea fa da tempo con folle solerzia.

Non la Salus Populi di spinoziana memoria, ma la Salus Economiae diventa l’unico obiettivo nel Tempio Vuoto dell’Unione Europea, trionfo assoluto del tecnocapitalismo finanziario e del neoliberismo depressivo.

Non sfugga, poi, il richiamo della vestale del neoliberismo europeo al vangelo della competitività, il principio cardinale su cui è stata costruita l’Unione Europea, come emerge chiaramente dalla lettura dei suoi trattati, in particolare quello di Maastricht del 1992 e quello di Lisbona del 2007. In questi documenti, il termine competitività compare quasi in ogni pagina. Questo ci porta a concludere, con buona pace delle anime belle del riformismo, che l’Unione Europea è intrinsecamente irriformabile, poiché edificata su fondamenta marce: il neoliberismo innalzato a credo insindacabile, unico vangelo.

L’Unione Europea è, dunque, paragonabile a un veicolo con lo sterzo bloccato, costretto a seguire un tracciato prestabilito che conduce dritto verso l’abisso. L’unico gesto salvifico che il pilota possa compiere in tali condizioni è saltare fuori dal veicolo insieme all’equipaggio, prima che sia troppo tardi. Fuor di metafora, significa uscire quanto prima dall’euro e dall’Unione Europea prima del disastro finale.

Non si tratta di salvare l’euro e l’Unione Europea, come vorrebbe Mario Draghi, ma di salvarsi dall’euro e dall’Unione Europea, prima che sia troppo tardi.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro