Si discute appassionatamente in questi giorni intorno al Ddl Zan. Dico anzitutto che il problema non è che esso difenda i diritti degli omosessuali, che infatti è giusto difendere come peraltro la Costituzione italiana prevede per ogni cittadino. Nessuno deve essere discriminato per i suoi gusti sessuali, se si trattasse semplicemente di questo il Ddl Zan sarebbe giusto e insieme superfluo, poiché è la legge italiana a prevedere così com’è la giusta punizione per ogni forma di discriminazione.

Il problema sta invece nel fatto che esso rischia di utilizzare la difesa dei diritti degli omosessuali come scudo per coprire, glorificare, giustificare e imporre un modo di pensare rispetto al quale ci si dovrà presto, coattivamente, adattare.

L’ho appellato il nuovo ordine erotico. Si tratta del completamento del nuovo ordine mondiale sul piano dei costumi e degli affetti.

Ad esempio: dire che un figlio ha diritto a un padre e una madre sarà considerato secondo il Ddl Zan? O asserire che per natura esistono maschi e femmine verrà perseguitato come gesto discriminatorio? Leggere Tommaso d’Aquino o Kant sul tema della famiglia sarà reato?

Credo che il Ddl Zan possa realmente andare in questa direzione: quella di neutralizzare il diritto a pensare altrimenti. Dietro lo scudo della copertura della difesa dei diritti degli omosessuali.

Così disse Zan a Radio Capital il 5 agosto 2020: “La libertà di pensiero non è un valore assoluto”. Ecco, questa frase ingiustificabile rivela molto di ciò che si annida dietro il Ddl Zan.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro