Reportage – Così l’agenda green sta riducendo le nostre città (e le nostre tasche)

Abbiamo fatto un giro a Via Panama, Quartiere Parioli, dove sull'altare di una nuova ciclabile vengono sacrificati migliaia di automobilisti e perfino il passaggio di alcune ambulanze.

Quando il comitato di cittadini “SOS Via Panama” aveva proposto di spostare alcuni alberi per fare spazio al nuovo marciapiede per non togliere troppo spazio alle auto, la risposta dal comune era stata chiara: no.
Da qui lo spaesamento dei residenti nel vedere, qualche giorno dopo, le operazioni di rimozione di alcuni ciliegi secolari nella medesima via per far spazio a un marciapiede e a una ciclopedonale ben più ampi di quanto si credesse. Circa tre metri tolti alla carreggiata in più di quelli che erano presenti nel progetto alternativo proposto dai residenti al comune: ma il confronto con l’amministrazione comunale capitolina sarebbe dovuto iniziare molto prima se non fosse che secondo il comitato insoddisfatto dei nuovi lavori di Via Panama, il comune non avrebbe discusso con loro dal principio.

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Il principio risale a giugno 2025, data di inizio del cantiere in una via snodo del traffico romano. Zona Parioli. Pochi minuti dal centro.
Qui sorge il nuovo tratto del Grab, opera finanziata da fondi PNRR per dare ai ciclisti un vero e proprio grande raccordo anulare delle bici dentro la città eterna. Ma la declinazione di quest’idea per Via Panama sembra essere nata male per finire peggio.
Inizialmente doveva essere coinvolta Villa Ada, quarto parco pubblico più grande della capitale dopo Appia antica, parco regionale del Pineto e Villa Doria Pamphilj. Qui però vigono delle regole molto più stringenti sull’occupazione del suolo pubblico, e il sacrificio dell’imponente ciclabile ricade su via Panama, dove il tratto finisce con l’iniziare sostanzialmente dal nulla.

Qui nasce il disagio per i residenti: una via inizialmente a due corsie dove migliaia di auto transitano ogni giorno, ora ne ha una sola.
Video e testimonianze raccontano di traffico intenso a ogni ora del giorno e non di rado nella notte; e non è raro imbattersi in ambulanze costrette a rimanere imbottigliate in coda per l’impossibilità di superare le vetture in qualsivoglia modalità.
Ci svegliamo col rumore dell’ambulanza“, riferisce Rocco Gaudioso del comitato SOS Via Panama, “e gli autobus durante i lavori scaricano i pendolari direttamente su strada, non il massimo della sicurezza“.
La volontà era di togliere posto alle auto, non di essere più green né di diminuire il traffico“, dice la presidente del comitato Benedetta Contardi, parlando per esperienza personale: “I disabili si trovano a dover entrare dentro il pulmino in mezzo alla strada, perché mentre in passato c’erano due corsie e le auto potevano tenere la destra mentre il bus si accostava, ora se vuoi entrare lo fai in mezzo alla carreggiata“.
Ma non è tutto, perché quella che dovrebbe diventare un’ampia corsia di transito dove pedoni e ciclisti non si incontrano mai, diventa un infrastruttura dadaista costretta a scontrarsi con la complessa logistica dell’urbe: perciò in diversi tratti verso Piazza Ungheria, ciclabile e marciapiede riprendono a incontrarsi ed essere cosa unica come nulla fosse. Questo perché le fermate dell’autobus sembravano essere del tutto ignorate nelle bozze iniziali del progetto, ed ecco che per proseguire il tratto del Grab occorrono misure garibaldine.

Così, in prossimità del fermata del bus, notiamo una brusca interruzione della nuova ciclabile. Il percorso si ferma bruscamente per tornare sul marciapiede, dove pedoni e ciclisti si riincontreranno tranquillamente benché l’idea fosse quella di separarli del tutto.
E’ la soluzione spartana che tradisce le intenzioni della giunta comunale. Che tuttavia pur promettendo un confronto ai residenti, non ha attualmente ancora presenziato. Le auto in coda si moltiplicano così come le proteste spontanee, e quello che doveva essere un sogno a tinte green diventa l’incubo di un quadrante martoriato dal traffico eterno di una metropoli.

Visuale della carreggiata di Via Panama occupata dalla nuova ciclabile

A chiudere il quadro, il capitolo sui ciliegi giapponesi: presenti e bellissimi su tutta la via, inizialmente intoccabili secondo il comune, ora sono 28 quelli destinati a essere recisi, ma chi li abbatte fa sapere che molti sono malati.
Dubbi vengono sollevati sia dai residenti che da alcuni esperti, un’alternativa era stata proposta dagli abitanti del quadrante: fare una ciclopedonale con marciapiede (e non una ciclabile protetta) senza spostare nulla, ma questo basta solo a rallentare l’abbattimento. Se gli operai rischiano spesso di imbattersi in cittadini furiosi che si schierano fisicamente a protezione degli arbusti, ecco che uno di questi viene graffiato all’altezza della radice nottetempo: uno dei prezzi delle innovazioni green.