Un Paese allo sbando: il balletto dei leader italiani moderni che fa rabbrividire

Nel corso di un recente ritrovo partenopeo della destra bluette neoliberale, filoatlantista e filobancaria, è improvvisamente partito l’inatteso ballo di gruppo sulle note di Chi non salta comunista è. Tra i tanti si sono scatenati scompostamente anche Tajani e Giorgia Meloni. Si tratta di scene francamente vergognose e deplorevoli, che fanno il paio con quelle di Elly Schlein e di Zan che, goffamente, ballano Maracaibo sui carri dei Pride, tra parrucche fucsia e uomini camuffati da donne.

Dal rigore di Aldo Moro al circo politico di oggi

Le immagini diventano tanto più vergognose e tragicomiche se comparate con quelle di Aldo Moro sulla spiaggia, in giacca e cravatta, in compagnia della figlia. Si tratta, in relazione ai balli partenopei, di immagini deplorevoli che descrivono perfettamente il livello rasoterra – per usare ancora un’immagine eufemistica – della politica oggi in Italia. Più precisamente, la politica è divenuta un patetico teatro che porta in scena una finzione permanente.

Il potere reale e la grande finzione democratica

La finzione secondo cui viviamo in una splendente democrazia in cui decide sovranamente il popolo, quando in realtà a decidere, ormai lo sappiamo, è autocraticamente il blocco oligarchico neoliberale o, se preferite, il sinedrio liberal-finanziario. Rispetto a quest’ultimo, i politici di destra e di sinistra figurano sic et simpliciter come zelanti maggiordomi, diversi soltanto per il colore della livrea indossata: bluette a destra, fucsia a sinistra.

D’altronde, il pensiero unico non è solo politicamente corretto, ma anche cromaticamente corretto, avendo rinunciato la destra al nero e la sinistra al rosso, e avendo preferito la destra il bluette e la sinistra il fucsia. Il popolo sceglie i maggiordomi, i quali però rispondono soltanto agli ordini dell’agenda del sinedrio liberal-finanziario.

La politica al tempo del neoliberismo sans frontières, infatti, non è altro che la continuazione dell’economia neoliberale con altri mezzi. I ridicoli balli di Giorgia Meloni e di Elly Schlein lo certificano, offrendo l’ennesima prova del fatto che oggi il livello della politica è rasoterra e che, insieme, destra e sinistra, sono soltanto le due ali della stessa aquila neoliberale.

Stendiamo poi un velo pietoso sui salti giubilanti di Tajani che intonava anch’egli Chi non salta comunista è. Possiamo davvero immaginare i pochi comunisti superstiti tremare di fronte a questo ballo con cui il prode Tajani minaccia di sconfiggere e sgominare, una volta per tutte, l’insidia comunista.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro