“L’Europa è sotto attacco”.
Sono queste le recenti e indubbiamente demenziali dichiarazioni di Mario Draghi, l’euroinomane delle brume di Bruxelles, l’impenitente austerico nonché unto dai mercati.
Continua dunque indefessamente e a tambur battente la narrazione propagandistica dell’Unione Europea, treno in corsa verso l’abisso o, se preferite, tempio vuoto che santifica il turbocapitalismo finanziario e la disidentificazione coatta del vecchio continente. Come non mi stanco di sottolineare ad nauseam, la penosa narrazione secondo cui la Russia di Putin si accinge a invadere l’Europa non si regge se non su una propaganda sfacciata e priva di fondamento, buona soltanto a giustificare l’ingiustificabile riarmo europeo, secondo il manicomiale piano del Rearm Europe voluto dalla vestale dei mercati apatridi Ursula von der Leyen, sacerdotessa del turbocapitale sans frontiéres.
Oltretutto, il piano del Rearm Europe è stato recentemente ribattezzato col nome ancora più orwelliano, se mai è possibile, di Preserving Peace. Nel migliore stile orwelliano: la pace è guerra e l’informazione è propaganda. Se la Russia entrerà in guerra con l’Europa, ciò, deve essere chiaro, dipenderà unicamente dalla continua e oscena provocazione attuata dall’Europa stessa, che di tutto sta facendo, letteralmente, a ciò che la Russia sia trascinata nel conflitto. A motivo di ciò, contro l’euroinomane Draghi, bisogna ripetere una volta di più con enfasi e senza tema di smentita che non bisogna salvare a ogni costo, whatever it takes, l’euro e la Unione Europea, ma bisogna, viceversa, salvarsi a ogni costo dall’euro e dall’Unione Europea. Il nostro nemico oggi non è a Mosca e non è a Pechino, è a Bruxelles e a Washington. Su questo non deve esserci alcun dubbio.
L’Unione Europea sta di fatto distruggendo sé stessa sotto ogni riguardo. Sta producendo una vera e propria autodistruzione funzionale al nulla che ha innalzato a proprio orizzonte di senso. Mario Draghi, di fatto, ha altresì dichiarato che l’Unione Europea sta assistendo al crollo di tutti i propri valori, uno dietro l’altro. Ma quali sono, domandiamoci seriamente, i valori fondativi dell’Unione Europea che ora, a dire dell’euroinomane Mario Draghi, stanno crollando uno dopo l’altro? Il fiscal compact e l’arcobaleno?
La spending review e l’austerità depressiva? Il sistema finanziario oligarchico e la competitività no border?
Se questi sono i valori dell’Unione Europea, ebbene, al cospetto del loro crollo, così come lo ha descritto Mario Draghi, non possiamo che ripetere con il poeta Orazio: Nunc est bibendum, hoc erat in votis.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro










