Le parole di Gleison Bremer risuonano come un campanello d’allarme in casa Juventus. Il difensore brasiliano torna a decifrare l’infortunio.

Pareggio beffa quello di ieri sera per la Juventus in Champions League. La squadra bianconera, dopo aver ribaltato la situazione in casa del Villarreal, è stata raggiunta dalla rete del pareggio al 90′ minuto. Ancor più beffardo il fatto che a realizzare il gol decisivo sia stato Renato Veiga, ex difensore della Juve fino allo scorso giugno.

Bremer in Champions
Bremer, rivelazione agghiacciante: “Infortunio serio al ginocchio” (Lapresse) – radioradio.it

Uno dei punti deboli di questo periodo per la Juve è la difesa. Ieri si è sentita la mancanza del leader centrale Gleison Bremer, rimasto precauzionalmente a riposo dopo il risentimento muscolare accusato sabato scorso, durante il match pareggiato in casa con l’Atalanta. Il brasiliano ha chiesto il cambio nel secondo tempo, ma per fortuna non si è trattato di nulla di serio.

Bremer tornerà molto probabilmente in campo già domenica sera, nel big match della sesta di campionato contro il Milan. Ma ovviamente c’è sempre un occhio di riguardo nei suoi confronti, visto che l’ex Torino torna da un lunghissimo stop, dovuto alla rottura del legamento crociato del ginocchio. Un infortunio che Bremer stesso non può considerare già nel dimenticatoio.

Bremer ed il ricordo dell’infortunio: “Stavo bene, poi mi è successo qualcosa di grave, fu una mazzata”

Intervistato dal quotidiano brasiliano O Globo, Bremer ha ripercorso con lucidità il percorso fatto dall’infortunio al ginocchio dell’ottobre 2024 fino al recupero definitivo. Il numero 3 della Juventus ha svelato anche la reale entità del problema subito, molto più grave di ciò che era emerso.

Openda e Bremer
Bremer ed il ricordo dell’infortunio: “Stavo bene, poi mi è successo qualcosa di grave” (Lapresse) – radioradio.it

“Quando mi sono infortunato stavo davvero bene. Avevo giocato sette partite e la Juventus aveva subito solo un goal. Probabilmente sarebbe stata la mia migliore stagione. Ma, purtroppo, in Champions League mi sono fermato; non si trattava solo del legamento crociato, ma anche del menisco. Immediatamente ho capito che era qualcosa di grave, perché il ginocchio ha fatto uno scatto, un rumore strano. La parte più brutta è stata quando il dottore mi ha detto che sarei dovuto rimanere fermo per nove mesi”.

Il recupero è stato durissimo: “Col menisco suturato dovevo restare fermo e sdraiato. Ho dipeso molto dalla mia famiglia e dalle persone che mi stavano attorno. Ma ho preso solo insegnamenti positivi dall’infortunio. Si sbaglia chi pensa che quando si è infortunati non ci si alleni. Io mi allenavo il doppio: la mattina al campo e il pomeriggio a casa con il mio preparatore atletico”.

Infine la sua condizione attuale: “Il ritorno in campo contro il Parma mi ha messo i brividi, avevo un po’ d’ansia. Il percorso non è ancora finito. Bisogna lavorare ogni giorno, mantenerlo sempre forte, fare attenzione al recupero, perché non sarà mai un ginocchio uguale a quello di prima. Ora è più forte, ma servono alcune precauzioni che, se fossi sano, non avrei”.