La notizia della vendita dello yacht “Breakthrough” di Bill Gates, con un prezzo che sfiora i 645 milioni di dollari, ha suscitato una serie di riflessioni e polemiche. Non tanto per le specifiche dell’imbarcazione (seppur innovative e ecologiche) ma per il significato che questa vendita porta con sé.

Bill Gates, il magnate della tecnologia e sostenitore di politiche ambientaliste, mette sul mercato una barca da lusso che, per ironia della sorte, è stata realizzata per un “progresso” ecologico. Ma che paradossalmente, non ha mai utilizzato. Lo yacht, infatti, è stato progettato come il più ecologico mai costruito, ma Gates non è mai salito a bordo, se non per scopi simbolici legati alla sua immagine pubblica.

In un mondo in cui l’ecologia diventa un potente strumento di marketing, vediamo l’ennesima contraddizione. Da un lato, si promuovono soluzioni all’avanguardia, come quella dell’idrogeno liquido, ma dall’altro il prezzo e il contesto di utilizzo di tale imbarcazione rimangono quasi esclusivamente simbolici, destinati a una ristretta élite economica. Come osservato un “UN GIORNO SPECIALE” da Fabio Duranti, l’ecologia diventa per i potenti una forma di “sostanza” che si può comprare e vendere, mentre il resto della popolazione continua a fare i conti con l’inquinamento e la difficoltà economica.

Yacht-Bill Gates | Le parole di Fabio Dragoni: una critica alla narrazione verde

Fabio Dragoni, nel commentare la questione, è più che scettico riguardo alla narrativa della “rivoluzione verde” promossa dai grandi della finanza e della tecnologia. “Chi si intende di nautica mi dice che una barca è fatta di migliaia di pezzi, ognuno dei quali nasconde una realtà produttiva, spesso artigiana“, spiega. La nautica, con i suoi mille dettagli e pezzi, rappresenta un sistema produttivo che, per quanto possa essere innovativo, rimane ancora lontano dalle vere necessità quotidiane delle persone. Nonostante lo yacht di Gates utilizzi tecnologia avanzata, come l’idrogeno liquido per abbattere le emissioni, il suo utilizzo rimane esclusivo per pochi eletti, mentre la narrazione ecologista sembra voler imporre sacrifici alle masse.

Come sottolinea Dragoni, la stessa narrazione verde che ci viene imposta dai grandi della terra, quei personaggi che predicano sacrifici, ha un doppio standard che non può più passare inosservato. “Quando i potenti ci dicono di fare sacrifici, di ridurre l’inquinamento, di cambiare abitudini, si dimenticano di un aspetto fondamentale: loro stessi continuano a vivere in modo opulento, a spese del pianeta e degli altri“.

Un esempio lampante sono le conferenze globali come quella di Davos, dove i leader mondiali arrivano con auto blindate ad alto consumo e lasciano le macchine accese per ore. Un contrasto enorme con il messaggio che ci propongono di seguire, creando una contraddizione insostenibile.

La distorsione della realtà: il denaro e la ricchezza

L’analisi di Fabio Duranti si concentra anche sull’aspetto sociale e simbolico di questa ricchezza che, a suo dire, non è frutto di un’economia sana, ma di un sistema che drena risorse dalle classi più povere, creando un divario sempre più ampio. Le banche centrali, che stampano denaro in continuazione, alimentano un circolo vizioso che arricchisce sempre di più chi ha già milioni da parte, mentre la maggior parte della popolazione fatica a mettere insieme il necessario per vivere.

Lo yacht di Gates, così come altri beni di lusso posseduti da oligarchi e magnati, diventa l’emblema di un sistema che consente a pochi di accumulare enormi ricchezze, mentre milioni di persone devono accontentarsi di briciole. Lo stesso Dragoni evidenzia come, mentre i ricchi predicano politiche ambientaliste, i veri investimenti che fanno sono lontani dal concetto di sostenibilità. “Quando uno come Bill Gates investe, non lo fa in tecnologie verdi o in innovazioni sociali, ma compra terra. Perché i veri poteri economici sanno che, alla fine, la terra è la risorsa più preziosa e duratura”.

Una narrazione fuorviante: l’ecologia come strumento di potere

Ciò che emerge chiaramente da queste dichiarazioni è che l’ecologia sta diventando uno strumento per manipolare le masse. Si utilizza il concetto di sostenibilità e di riduzione dell’impronta ecologica per imporre restrizioni e sacrifici alle classi più basse, mentre i veri responsabili del disastro ambientale, i grandi ricchi, continuano ad accumulare e a prosperare. Il tutto, con l’avallo delle politiche internazionali che sembrano agire sempre più come una maschera dietro cui si nascondono gli interessi economici globali.

La storia dello yacht di Bill Gates non è solo una questione di lusso e innovazione tecnologica. È un simbolo di un sistema economico che si alimenta di disuguaglianze e ipocrisie, dove il denaro e la ricchezza continuano a concentrarsi nelle mani di pochi, mentre la maggior parte della popolazione continua a subire il peso di un’economia sempre più ingiusta e insostenibile. La narrazione verde diventa così un veicolo di potere che, anziché migliorare la vita delle persone, alimenta il divario sociale e lascia che i grandi del mondo continuino a prosperare, senza pagare il prezzo dei danni che il loro stile di vita causa al pianeta.