In una relazione di 129 pagine pubblicata il 25 giugno, l’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione ha sollevato una serie di criticità formali e sostanziali sul decreto legge “Sicurezza”.

Sul DL Sicurezza promosso dal Governo Meloni interviene il mondo della magistratura. Ma il parere dell’Ufficio del Massimario della Cassazione non è vincolante. Un elemento chiave correttamente accennato dalla stampa ma forse non abbastanza. Questo il parere del senatore Claudio Borghi ai microfoni di Lavori in Corso.

Sul decreto legge Sicurezza, il Massimario ha espresso forti perplessità sia sulla forma che nel merito. La relazione di 129 pagine denuncia innanzitutto la forma del decreto, passato da disegno di legge in parlamento a decreto legge approvato dal governo. Sulla sostanza delle misure proposte, il Massimario ha parlato di “disomogeneità”, di sanzioni sproporzionate e di una mancata urgenza e necessità. Rilevante è stata la critica, ad esempio, sulle soluzioni proposte per velocizzare la liberazione delle prime case occupate. “Il rilascio coattivo dell’immobile, proprio perché da realizzarsi in tempi brevi, potrebbe aprire lo spazio a situazioni di grande disagio sociale – si legge nella relazione – considerato che difficilmente l’occupante obbligato al rilascio potrebbe trovare un nuovo alloggio in poco tempo“.
Borghi non è d’accordo.

Il commento di Claudio Borghi

L’ufficio del Massimario? Ha un po’ quasi la funzione del giornalino aziendale. Adesso loro si offenderanno perché diranno che invece è una cosa di altissima rilevanza giuridica. Si criticano le sentenze così come si criticano le leggi. La cosa che non torna è quando un potere dello Stato si mette a criticare quello che fa l’altro con un atto ufficiale“. Sul commento preoccupato del Massimario sugli occupanti, “se io penso che invece all’interno di una situazione in cui uno occupa una casa, bisogna tutelare l’occupante, ma per carità tu puoi anche farlo: il famoso Ius Salis, quello dove a un certo punto io penso che abbia ragione l’occupante di case per motivi propri. Diciamo pure che tu puoi avere la legittima aspirazione di fare una legge di questo tipo, che pure io posso ritenere abnorme, ma l’unica maniera è: ti fai eleggere, vieni qui in Parlamento, dopodiché devi ottenere il 51% per far approvare la legge che ti sembra buona e te la fai. Perché è un po’ comodo essere quello che giudica e anche quello che si fa la legge“.

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