Israele ha attaccato la televisione di Stato iraniana (IRIB) a Teheran. L’attacco, avvenuto nel pomeriggio del 16 giugno 2025, ha colpito la sede dell’emittente nel distretto 3 della capitale iraniana, causando secondo i media iraniani diversi morti tra giornalisti e personale tecnico e interrompendo bruscamente le trasmissioni in diretta.

Immagini e video diffusi sui social e dai media internazionali mostrano il momento dell’esplosione durante una trasmissione: la conduttrice è stata vista fuggire dallo studio mentre lo schermo alle sue spalle si oscurava e la polvere invadeva l’ambiente. L’esercito israeliano aveva precedentemente emesso un avviso di evacuazione per l’area, ma l’attacco ha comunque provocato vittime tra il personale della televisione e danni ingenti all’edificio.

La conduttrice Sahar Emami è in buone condizioni ed è tornata in onda con un messaggio di sfida: “La voce della verità non verrà spenta”.
Questo raid fa parte di una più ampia escalation del conflitto tra Israele e Iran, che vede da giorni attacchi incrociati tra le due potenze e il coinvolgimento di obiettivi civili e infrastrutture strategiche.

Nella notte, una raffica di missili balistici iraniani ha colpito Tel Aviv e Haifa, causando otto vittime e decine di feriti in Israele, mentre l’aviazione israeliana continua a martellare Teheran e altre città iraniane, rivendicando la distruzione di un terzo delle rampe di lancio iraniane e il pieno controllo dello spazio aereo sulla capitale iraniana. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “Abbiamo il controllo dei cieli sopra Teheran. Questo cambia completamente la natura della campagna”.
Il bilancio complessivo degli attacchi israeliani in Iran, secondo il ministero della Salute iraniano, supera le 224 vittime e i 1.200 feriti da venerdì scorso, con almeno 45 donne e bambini tra i morti. Dal fronte israeliano si contano invece 24 vittime e quasi 600 feriti. L’escalation ha portato alla sospensione dei colloqui sul nucleare tra Iran e Stati Uniti e a una mobilitazione internazionale per la de-escalation: il Cremlino si è detto pronto a mediare, mentre la Turchia ha offerto di fare da facilitatore per la fine del conflitto. L’Unione Europea ha però espresso scetticismo sulla possibilità che la Russia possa svolgere un ruolo imparziale.