Carlo Legrottaglie, 57 anni, è stato colpito a morte durante un inseguimento seguito a una rapina. Avrebbe dovuto iniziare la licenza in vista della pensione proprio oggi. Uno dei malviventi è morto dopo il conflitto a fuoco finale.
L’ultimo giorno di servizio
A Luglio sarebbe andato in pensione, ma il destino ha strappato al futuro il brigadiere capo Carlo Legrottaglie. Giovedì mattina, durante un inseguimento nei pressi di Francavilla Fontana, il militare è stato ucciso da uno dei due rapinatori in fuga dopo un colpo a un distributore di carburante. L’auto dei malviventi è stata intercettata lungo la strada provinciale per Grottaglie. Ne è nato uno speronamento, poi la fuga a piedi. Legrottaglie ha inseguito uno dei sospetti tra gli ulivi: è stato colpito e non ha avuto scampo. Aveva 57 anni, due figli, e tra poche settimane sarebbe andato in pensione.
La caccia e la cattura
Dopo l’agguato mortale, è scattata una vasta operazione di ricerca. I due fuggitivi si erano rifugiati in una masseria tra Grottaglie e Martina Franca. A individuarli sono stati due agenti in moto della squadra Falchi. All’arrivo dei poliziotti, i rapinatori hanno aperto nuovamente il fuoco. Ne è seguito un secondo conflitto a fuoco: entrambi sono stati fermati, uno dei due gravemente ferito è morto poco dopo. La Procura di Brindisi, con il pm Raffaele Casto, coordina le indagini per ricostruire l’esatta dinamica e valutare eventuali carenze operative.
Una ferita profonda per lo Stato
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha affidato a X il suo messaggio di cordoglio, definendo Legrottaglie “un servitore dello Stato vilmente ucciso” e sottolineando il suo sacrificio “per difendere la nostra sicurezza”. Parole di commozione anche dal presidente del Senato Ignazio La Russa, dal vicepremier Antonio Tajani e dal sindaco di Ostuni Angelo Pomes, che ha ricordato come l’intera comunità sia “sconvolta” per la perdita di un concittadino simbolo di dedizione e onore.
Sicurezza e condizioni operative
Duro il commento del sindacato militare Unarma, che ha espresso cordoglio ma anche preoccupazione per le condizioni in cui operano i militari su strada. “Non è accettabile che su interventi tanto pericolosi venga inviata una sola pattuglia”, ha dichiarato Nicola Magno, segretario regionale, chiedendo un “incremento reale e strutturale del personale” e un’attenzione concreta alla sicurezza di chi indossa ogni giorno la divisa. L’Arma piange uno dei suoi uomini migliori, caduto nell’adempimento del dovere.