Trump rimette in riga il presidente Fed: cara UE, con Lagarde e soci dovremmo fare lo stesso

L’amministrazione statunitense, in persona dello stesso Presidente Trump, ha mosso delle severe critiche pubbliche al governatore della Fed, Jerome Powell, per la sua politica monetaria, in particolare riguardo alla lentezza nella riduzione dei tassi di interesse.

Le critiche di Trump a Powell

L’amministrazione statunitense, in persona dello stesso Presidente Trump, ha mosso delle severe critiche pubbliche al governatore della Fed, Jerome Powell, per la sua politica monetaria, in particolare riguardo alla lentezza nella riduzione dei tassi di interesse. Trump ha espresso insoddisfazione e ha fatto intendere che attenderà la fine del mandato di Powell, prevista per giugno 2026. Le critiche di Trump, ovviamente, hanno causato una reazione nei mercati, con un indebolimento del dollaro, un calo iniziale degli indici azionari e obbligazionari. Successivamente, Trump ha chiarito di non voler licenziare Powell. Tuttavia, il vero tema di queste critiche, che hanno terremotato i mercati, è l’indipendenza di cui godono le banche centrali dalla politica: tema di cui io vi parlo da dieci anni.

L’indipendenza delle banche centrali

Lo ripeto: sono dieci anni che vi dico che questo è il problema — l’indipendenza delle banche centrali dalla politica. Finalmente, dopo dieci anni, questo argomento viene sollevato direttamente da Trump, e di conseguenza si discute dell’efficacia di tale autonomia dal punto di vista della politica governativa. La banca centrale, infatti, ha nel suo DNA una duplice libertà assoluta da qualsiasi indirizzo politico: quella di definire la politica monetaria e quella di scegliere anche le modalità con le quali definire questi obiettivi. Si tratta quindi di determinare la massa monetaria in circolazione, la liquidità del sistema e il livello dei tassi di interesse, al fine di garantire la stabilità dei prezzi e del sistema finanziario.

Autonomia tecnica vs. legittimità democratica

Non sempre, però, la visione delle banche centrali è in linea con la visione politica, e anzi può portare sovente a risultati contrastanti con gli obiettivi politici dei governi. Inoltre, questa indipendenza non sempre si traduce in risposte efficaci; anzi, a volte è foriera di gravi danni anche per i governi stessi. Alcuni esempi? Il comportamento della Banca Centrale Europea nel ritardare l’adeguamento della politica monetaria, nel rialzare i tassi di interesse post-Covid, ha causato una forte infiammata inflazionistica che hanno pagato le famiglie — che avete pagato voi al supermercato. Insomma, la disquisizione è insita nel forte contrasto tra l’autonomia e l’indipendenza delle banche centrali, che hanno come mandato la gestione della politica monetaria in un’ottica di medio e lungo termine. Io sono anni che vi dico queste cose.

Vi dico che il problema politico è l’indipendenza delle banche centrali dalla politica, perché — e questo è stato l’inganno che vi hanno fatto — sono indipendenti dalla politica, ma se sono indipendenti dalla politica non dipendono dal voto elettorale. Quindi noi cittadini non contiamo nulla: ci sono dei soggetti, che sono quelli che stampano denaro dal nulla, che hanno il potere di non rispondere ai cittadini, di non rispondere ai governi e, soprattutto, di non rispondere ai parlamenti. E allora la domanda è: a chi rispondono? Ha fatto bene Trump?

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