“Rigore non era, ma Ranieri ha ragione: vi spiego perché” ▷ Xavier Jacobelli

RANIERI-VAR: POLEMICA INEVITABILEUna partita bella e agonisticamente combattuta quella fra Atalanta e Roma. A vincere alla fine sono stati i bergamaschi, che con i 3 punti di ieri sera hanno conquistato aritmeticamente la quinta qualificazione in Champions League dell’era Gasperini. Per i giallorossi l’amarezza è profonda: la sensazione è quella di una sconfitta immeritata per quanto visto in campo.

La prestazione è stata comunque ottima, e il pareggio sarebbe stato forse il risultato più giusto. Ma si sa, nel calcio come nella vita, “con i sé e con i ma sono piene le fosse“. Discorso che vale anche per l’episodio arbitrale chiave della partita: il mancato rigore (o meglio, revocato – dal VAR ndr) nel secondo tempo su Manu Koné.

Quella nel Post Partita, è stata una sfuriata legittima, ma insolita, per un allenatore come Ranieri: “Ci hanno sempre detto che il VAR interviene soltanto se c’è un chiaro ed evidente errore. Ma così non è stato: Pasalic sbaglia l’intervento, si pianta e va a toccare il ginocchio del mio giocatore, se ci spiegano l’intervento del Var noi ci adeguiamo. Ma non si può applicare una volta sì e una no: in quell’occasione il VAR non doveva intervenire. L’arbitro ha dato il rigore, e tale doveva rimanere“.

Oggi, come altre volte, la questione non è tanto “rigore sì o rigore no”. Lo stesso tecnico della Roma in conferenza stampa ha confermato l’ambiguità dell’episodio. Ciò che giustamente fa discutere, e fa arrabbiare un signore come Ranieri, è il solito problema della difformità di giudizio – applicazione – di un protocollo VAR troppo impreciso e confusionario.

Questo il senso delle parole di Xavier Jacobelli, che nel suo consueto editoriale mattutino su Radio Radio Mattino – Sport e News, ha confermato l’urgenza di una riforma nei modi di utilizzo della tecnologia nel calcio.

Ranieri, il protocollo VAR e le decisioni arbitrali

Quante volte noi l’abbiamo sottolineato, ribadito, riaffermato: sino a quando i signori dell’IFAB (che si ritrovano all’inizio di maggio per stabilire “priorità” come quella del portiere non possa impiegare più di otto secondi per rilanciare il pallone), non si decideranno a cambiare il protocollo del VAR, questi episodi continueranno implacabilmente ad assillarci.

Il rigore, non c’era. Leggevo poco fa il parere, l’opinione, il commento del massimo esperto in materia arbitrale, Edmondo Pinna, che sul Corriere dello Sport è sempre puntuale e preciso. Testualmente, lui scrive : “Angelino serve Koné, che è in area, è affrontato da Pasalic e finisce giù. Sozza vede il contatto e fischia rigore“.

Le immagini e il dubbio VAR

Le immagini, soprattutto quella da dietro la porta, mostrano chiaramente che Pasalic affonda l’intervento, ma non tocca mai il giocatore della Roma, che poi — per dinamica — gli finisce addosso.

È vero, Koné sta andando verso la porta e Pasalic sembra proporgli ostacolo: motivo per cui, dal vivo, si può anche dare rigore. Ma è altrettanto vero che, al momento dell’intervento dell’atalantino, ci sono 30 cm di distanza tra le due gambe.

La domanda è: se l’intervento del VAR è corretto in questo caso, perché altre volte non è stato fatto lo stesso – come sostiene Ranieri? Ecco, questo è il punto“.

Ranieri: “Applicazione incoerente del protocollo VAR

Il problema non è il rigore in sé, che non c’era, ma l’applicazione del protocollo. Perché in troppi casi, in questo campionato, c’è stata una evidente difformità di giudizio.

Ed è su questo aspetto che Ranieri se l’è presa, come se l’era presa Gasperini, e come se la sono presa ciclicamente molti altri allenatori. Perché non c’è chiarezza. Non c’è chiarezza sul protocollo VAR. Permane l’idea — per quel poco che vale la mia opinione — che la tecnologia debba intervenire sempre e comunque. Ma questo è un altro discorso“.

Prestazione della Roma

Per quanto riguarda la Roma, io credo che — dal punto di vista della prestazione — la partita sia stata comunque ottima, al di là dell’errore di piazzamento di Rensch e Celik sul gol di Lookman.

Penso che i giallorossi, in questo momento, debbano continuare a insistere e non pensare che la corsa alla Champions League sia già compromessa. C’è questa bagarre, con cinque squadre in quattro punti, e anche lo stesso Milan deve mordersi le mani per tutte le occasioni perse — per non parlare della Juventus. Tutto può ancora succedere!