Giù la maschera: si rompe la pax in Rai perché Foa non fa la messa cantata sulla guerra

Ha osato avere ospiti che criticano Zelensky e l’Unione Europea, e quando accade c’è sempre grande attenzione alla presenza di un contraddittorio. Chissà se, con tutte posizioni contrarie, Giorgio Zanchini avrebbe segnalato con la stessa solerzia lo “squilibrio” presente nella scaletta del programma di Marcello Foa “Giù la maschera”, ma sta di fatto che la critica, con tanto di lettera aperta alla Direzione di Radio 1 e a tutta la redazione, è proprio sulla natura delle posizioni ascoltate, evidentemente sgradite al mittente:

Buongiorno a tutti,
scrivo con grande imbarazzo, perché sono un conduttore ed è difficile per me parlare di altri conduttori, e scrivo sull’onda, temo, dell’emozione, forse dell’indignazione. Dopo tutte le polemiche dei giorni scorsi sto finendo di ascoltare “Giù la maschera”.
Ho ascoltato la voce di Gaiani, molto critica nei confronti di Europa, Ucraina, e anche in parte di Zelensky, subito dopo la quale c’è stato un comizio di Di Battista, i cui contenuti potete immaginare
“.
Tuttavia il contraltare, nella puntata, c’era stato: “Cottarelli chiamato però – mi pare – per esprimere i suoi dubbi sulla spesa militare europea, a suo avviso già molto alta e superiore a quella russa“. Proprio così, Cottarelli, che nel suo account X twitta spesso “Stati Uniti d’Europa subito” non sarebbe stato una voce dissonante sufficiente. Questo perché lievemente critico su una spesa militare già elevata come quella europea.

Infine la critica di Zanchini sull’ultimo ospite, con invocazione al richiamo sull’esprimere il proprio parere sui social: “Soprattutto a Di Battista non è stata mossa uno straccio di obiezione. Visto che ormai ho rotto le acque mi permetto di chiedere un’altra cosa. Ma i nostri conduttori e conduttrici possono scrivere qualunque cosa sui social?“.

La risposta

La missiva non è rimasta inascoltata. Prontamente il direttore del giornale Radio Rai ha risposto che “è doveroso rispettare l’autonomia dei conduttori” e anche che “come servizio pubblico abbiamo l’obbligo di presentare tutte le posizioni“. Alla fine poi Pionati specifica: “Il problema è stata semmai la mancanza di contrasto alle tesi più estreme. Ho chiesto pertanto a Foa di garantire, d’ora in avanti, un maggior contraddittorio in diretta”.

Insomma, in Rai, dove è massiccia la presenza di ospiti da testate nazionali che hanno una precisa linea non proprio euroscettica né contraria al riarmo, il problema ora diventa il programma di Marcello Foa. Obbligo di rappresentare tutte le posizioni, finché dicono solo certe cose.

Ascolta l’editoriale VIDEO di Fabio Duranti | Un Giorno Speciale, 4 marzo 2025