Nella notte tra il 4 e il 5 Marzo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha pronunciato il suo atteso discorso sullo Stato dell’Unione davanti al Congresso. Con un intervento di quasi due ore, il più lungo della storia recente, ha ribadito la sua visione per il futuro del Paese, rilanciando la sua politica economica protezionista, annunciando nuove misure sull’immigrazione e anticipando un possibile cambio di rotta sul conflitto in Ucraina. “Siamo solo all’inizio” ha dichiarato Trump “l’età dell’oro dell’America sta per cominciare”, sottolineando i primi successi della sua amministrazione e promettendo un’America più forte e indipendente.
Sul fronte economico, Trump ha annunciato un piano di dazi “reciproci” per colpire i Paesi che impongono tariffe sui prodotti americani. Tra i principali bersagli ci sono la Cina, l’Unione Europea e il Messico, accusati di concorrenza sleale. “Non permetteremo più che l’America venga sfruttata” ha dichiarato, evidenziando come la sua politica commerciale miri a riportare la produzione negli Stati Uniti. Inoltre, ha promesso nuovi tagli alla spesa pubblica e incentivi fiscali per le aziende manifatturiere. In tema di immigrazione, ha annunciato un inasprimento delle espulsioni per chi entra illegalmente nel Paese, con un rafforzamento della sicurezza al confine con il Messico. “Libereremo le nostre città dalla criminalità e dai clandestini”, ha affermato, promettendo misure più severe contro il traffico di droga, in particolare nella lotta al Fentanyl.
Per quanto riguarda la politica estera, Trump ha sorpreso dichiarando di aver ricevuto una lettera dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella quale il leader di Kiev si è detto pronto a negoziare una tregua parziale con la Russia e a discutere un accordo commerciale sulle materie prime. Trump ha interpretato questo gesto come un segnale positivo per la pace, sottolineando che gli Stati Uniti non possono continuare a finanziare una guerra senza una strategia chiara. Inoltre, ha annunciato una revisione del ruolo della NATO e un possibile ridimensionamento della presenza militare americana in Europa. Il discorso si è chiuso con un appello all’unità nazionale e la promessa di un’America più forte, sovrana e competitiva.
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