E alla fine va così: dopo tre anni di guerra gli Stati Uniti chiedono spiegazioni a Zelensky.
Anzi, lo scaricano, e lo fanno senza filtri tramite le parole del presidente Donald Trump, che, passato l’incontro tra USA e Russia in Arabia Saudita tra Rubio e Lavrov, non usa più mezzi termini per parlare del presidente ucraino. “Un comico di modesto successo“, dice al Future Investment Initiative summit a Miami, “che ha convinto gli Stati Uniti d’America a spendere 350 miliardi di dollari per entrare in una guerra che sostanzialmente non poteva essere vinta“. Almeno senza Stati Uniti e l’amministrazione Trump, dice il tycoon ricordando invece la gestione meno diplomatica di Biden.
Il repubblicano ha sollevato forti contestazioni sulla grande mole di denaro inviata a difesa dell’Ucraina, contestando che “mentre l’Europa riottiene i soldi dati, come con un prestito, non non riceviamo nulla in cambio“. Neanche un accordo sulle terre rare che Zelensky, spiega Trump, avrebbe “infranto due giorni fa“. Poi insiste: “Si rifiuta di tenere le elezioni, è basso nei veri sondaggi ucraini“. Il mandato di Zelensky è infatti terminato dal 20 maggio 2024. Ma le elezioni sono vietate per legge marziale.
“Un dittatore senza elezioni“, lo ha allora definito Trump. “È meglio che Zelensky si muova in fretta o non gli resterà un Paese. Deve muoversi, in fretta perché la guerra sta andando nella direzione sbagliata. Nel frattempo, stiamo negoziando con successo la fine della guerra con la Russia. Tutti sanno che solo l’amministrazione Trump sarà in grado di farlo. E ci riusciremo“.
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