Juve, la risolve Conceicao: sfangata la beffa Perisic

Difficile dire come mai Chico Conceicao non fosse tra gli undici titolari, ancor più difficile capire come mai la Juventus si sia spenta in quel modo nel secondo tempo. Quello contro il PSV è un match che racchiude in sé diversi misteri, oltre i soliti. Koopmeiners resta il giallo di sempre, ne è testimonianza un pallone al veleno perso al limite della propria area circa due minuti dopo essere entrato in campo, ma lì la Juventus già non c’era più. Esce dall’alone di mistero un Douglas Luiz finalmente presente: non al livello delle aspettative, ma quantomeno preciso e senza voglia di strafare tutto in cinque minuti.

Motta comincia con Nico, Yildiz e Kolo Muani, nessuno dei tre raggiunge la sufficienza piena. Impulsivo e poco preciso l’argentino, mai cercato in zona interessante il turco. Per quanto riguarda il francese, non la solita partita cinica, ma i 5 gol già realizzati sono più che una giustificazione. E pensare che la Juventus gioca un primo tempo in cui si vedono cose che ancora non si erano viste: tocchi precisi, palla veloce e talvolta qualche piacevole imbeccata in area avversaria. Poi arriva l’uomo della concretezza per eccellenza: il bolide di McKennie non consacra l’americano, che forse mai verrà consacrato definitivamente da qualsivoglia gesto tecnico, ma che resta il più pragmatico tra gli uomini a disposizione di Motta.

Nel secondo tempo, il solito copione visto in altre partite: la squadra entra in campo col compitino in tasca e la certezza che un PSV fuori dal match non si renderà mai pericoloso. La Juve però non affonda il colpo, e la beffa è dietro l’angolo quando dopo un tempo di sfottò del pubblico ai rivali nerazzurri, ci si dimentica che Ivan Perisic gioca dall’altra parte. Giusto finché il suo nome non compare nel tabellino: malissimo Kelly, che si gira in marcatura, con Di Gregorio che si fa battere ancora sul suo palo da un radente preciso rasoterra dell’esperto attaccante del PSV.

Motta quindi cambia volto all’undici iniziale: dentro Conceicao, Vlahovic, Thuram, Mbangula e Koopmeiners, fuori tutto l’attacco con McKennie e Locatelli. Non si vedono più i passaggi e l’iniziativa del primo tempo, ma non c’è partita che non si possa risolvere con una sgasata del portoghese. Palla a Conceicao e prega che finisca in mezzo: il terzo tentativo è quello giusto anche grazie al gran senso della posizione di Mbangula, che la butta dentro a portiere già battuto.
Brutta, ma efficace. La Juventus va in Olanda grazie agli uomini che non sono in copertina con un pizzico di consapevolezza in più nel fatto che vincere si può anche senza dare spettacolo.

Alessio De Paolis