Il Milan di Conceição, in un’altra partita giocata senza infamia e senza lode, esce sconfitta per 2-1 anche al Dall’Ara, nel recupero del match contro il Bologna. Dopo il vantaggio iniziale siglato da Leão al 43°, nel secondo tempo i ragazzi di Italiano completano la rimonta grazie alle reti prima di Castro e poi negli ultimi 10 minuti di Ndoye.

In casa rossonera, la sensazione, rispetto ad altre volte, non è quella di una partita giocata male di per sé; quanto piuttosto quella di un mesto senso di mediocrità e pressapochismo, lampante soprattutto in occasione del secondo gol dei felsinei, propiziato da una fase difensiva a dir poco pigra. A certi livelli, l’ambizione e la cattiveria agonistica devono essere di tutt’altro tipo: il minimo sindacale non è mai abbastanza, o men che meno accettabile, per una società del rango del Milan, di cui al momento sembra rimasto solamente il nome… La classifica, infatti, descrive una realtà ben diversa dai fasti del passato rossonero: ottavo posto, 41 punti in 26 giornate e la quarta posizione della Juventus distante ben 8 lunghezze.

Se a questo, poi, si aggiunge la delusione dell’eliminazione precoce dalla Champions contro il Feyenoord ai play-off, ecco configurarsi i confini di un’aria intorno a Milanello che non può che essere di tossica e dura contestazione.

Ciò nonostante, nel post partita, l’allenatore Sergio Conceição si è concesso uno sfogo molto importante in cui ha puntato fortemente il dito sull’arbitro, reo secondo il tecnico di aver convalidato (insieme al VAR), la prima rete del Bologna viziata dal tocco di mano di Fabbian (non punibile, perché il braccio era attaccato al corpo):

Sono qua da cinque minuti, ma non ho sentito che parlavate del primo tempo. C’è un fallo clamoroso di mano sul primo gol. Dovevamo fare di più anche su questi errori. Tutti gli episodi decisivi ci colpiscono in queste partite. Dobbiamo continuare a lavorare. Di calcio si parla poco e si parla più di altre cose. Questi piccoli episodi alla fine sono decisivi.

Sullo stacco mentale della squadra: “Noi siamo connessi con la partita, siamo compatti, sappiamo dove pressare l’avversario, siamo corti per permettere ai nostri centrocampisti di pressare. Abbiamo fatto gol così, abbiamo esplorato spazi nel gioco e corridoi laterali. Quando siamo in partita e giochiamo bene poi succede che alcuni dettagli o per colpa nostra o di qualcun altro ci penalizzano. L’arbitro non è il solo colpevole oggi. Questo atteggiamento di cui tanti allenatori parlano noi lo abbiamo avuto. Questi episodi sono positivi per gli arbitri e negativi per noi. Ogni tanto ci sono falli, poi non si fischia, poi si fischia poco. Non è che le persone sono perfette, anche gli allenatori sbagliano, ma non è per niente facile se ci capitano sempre. se ci capitano sempre“.

Infine lo sfogo di Conceição sulla sua situazione personale: “Ogni giorno si parla del mio lavoro qui, ma io ho battuto tante squadre italiane in passato. Non sono l’ultimo arrivato. Pretendo rispetto per me e il mio staff. La mia situazione è semplice, se mi dicono di andare via prendo la valigia e me ne vado, senza chiedere un euro in più. Ogni giorno si parla di me, della mia situazione, anche i miei vicini leggono cose su di me che non vanno bene. Scusate per lo sfogo“.