Roma

Nel volto stanco, nelle rughe d’espressione,
Col doppio rimmel della troppa nostalgia,
Una lacrima scende, rivolo d’acqua sporca,
Sfuggita a quel viso che trova in uno specchio;
Ma scendi le scale dei tuoi cortili freschi,
Un vento malandrino ti solleva il vestito,
Su colonne superbe di gambe passeggi;
Ti spoglia d’ogni età lo sguardo che impunito si volta,
Strizzando un occhio furtivo tra schiaffi di rimprovero.
E se Dio volesse scendere a cercare casa,
Ti chiederebbe in prestito una piazza, una strada.