Lo spot “blasfemo” bloccato dalle autorità ▷ Pillon: “Vorrei vedervi a scherzare con l’Islam”

Lo spot ‘Amica Chips’ che ha fatto discutere tutti è stato bloccato dal Comitato di Controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria.
L’inserzione in questione ritrae delle suore e un parroco che utilizzano delle patatine al posto delle ostie. L’accusa di blasfemia da parte delle associazioni cattoliche è arrivata fin da subito e la conseguente richiesta di sospensione non si è fatta attendere. L’Aiart, l’associazione dei telespettatori cattolici ne ha chiesto la sospensione perché “offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti”.

Anche l’avvocato Simone Pillon si è espresso sul tema: “Noi abbiamo presentato un esposto sia all’Istituto di Autocontrollo che all’Agicom e probabilmente lo presenteremo anche alla Procura della Repubblica insieme all’Associazione Tommaso Moro, poiché qui si è veramente superato ogni limite. È stata pubblicata, come sanno i nostri amici, una triplice versione dello spot in crescendo, con contenuti via via sempre più blasfemi; è evidente la volontà di suscitare scandalo e lucrare su di esso, ma questa volta forse hanno sbagliato i calcoli. Questo perché, giustamente, le autorità di autocontrollo della pubblicità hanno immediatamente bloccato lo spot. Va bene scherzare su molte cose, ma quando si tratta del sentimento religioso, come per esempio l’Islam, su quello nessuno scherza mai

Una deriva pericolosa, sembrerebbe, quella verso cui si dirige la satira religiosa: “Sostanzialmente, ci troviamo in una sorta di rivoluzione culturale dove tutto sembra essere accettato tranne il cristianesimo, il cattolicesimo, i bianchi, e gli uomini eterosessuali. Assisteremo ad una ghettizzazione della tradizione occidentale, il che non è accettabile. Non è giusto imporre la religione cristiana a nessuno, ma allo stesso tempo non è accettabile oltraggiare impunemente la religione cristiana, in particolare quella cattolica. Quindi, ritengo che sia necessario ritrovare un sano equilibrio. Così come io non mi permetto di offendere Maometto o Lillam, nessuno dovrebbe offendere i sentimenti religiosi di nessuno

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