No, ora non starete qui a spiegarci che “l’Iran in fondo se l’è cercata”

A Damasco, in Siria, Israele ha sganciato bombe nei pressi dell’ambasciata dell’Iran. E ha ucciso un comandante dei Pasdaran. Teheran ha annunciato senza esitazione che la risposta dell’Iran sarà molto dura.
E quanto leggiamo sui giornali di questi giorni? È accaduto in effetti che Israele ha lanciato delle bombe in Siria, dunque in uno stato sovrano, di fatto colpendo l’ambasciata iraniana e causando la morte di un comandante dei Pasdaran. Provate un poco a immaginare se fosse stata, che ne so, la Cina a colpire un’ambasciata occidentale, magari americana, con le bombe lanciate in uno stato sovrano o pensate se fosse stata la Russia o la Corea del Nord.
Ci sarebbe stata, giustamente, un’ondata di indignazione e di condanna a reti unificate. Invece, dato che a farlo è stato Israele, per definizione assunto come il Regno del Bene, e lo ha fatto contro l’Iran, per definizione presentato come il Regno del Male, e di più lo ha fatto nella Siria, anch’essa intesa come il Regno del Male, allora tutto va bene. Nessuna indignazione, nessun moto discontento, nessuna condanna unanime e ferma da parte dell’Occidente.

Non ci stupiremo anzi se nei giorni prossimi ci spiegassero pazientemente che in fondo l’Iran se l’è cercata con le sue politiche poco disponibili a piegarsi al nuovo ordine mondiale liberal-atlantista. Magari ci diranno che l’Iran è una dittatura teocratica e che quindi bombardare l’Iran in fondo è colpa Levis. Ormai lo sappiamo molto bene.
Le bombe non occidentali sono sempre per definizione terroristiche, quelle occidentali sono invece umanitarie e benefiche. I morti prodotti dall’Occidente sono semplici danni collaterali di poco conto. Sono danni collaterali sempre giustificabili in nome delle superiori ragioni della democrazia missilistica ad asporto made in USA.
Non è certo la prima volta che accade. Se ricordate bene, accadde qualcosa di simile in Serbia ai tempi della guerra del 99, quando gli Stati Uniti d’America colpirono l’ambasciata cinese a Belgrado causandone la distruzione. Ebbene, anche a quel tempo non vi fu alcuna ondata di indignazione di condanna.

Gli Stati Uniti dissero semplicemente che si trattava di un errore e che in fondo quelle vittime erano danni collaterali. Ebbene, magari adesso ci spiegheranno anche che in fondo le bombe sull’ambasciata iraniana sono parte integrante del diritto di Israele di difendersi, secondo la locuzione preferita dall’ordine discorsivo dominante. Locuzione che permette all’ordine discorsivo dominante di fare tutto e di tutto a beneficio dell’imperialismo d’Israele.
L’ipocrisia dell’ordine discorsivo occidentale non conosce davvero limiti e, quel che desta più stupore, seguita a essere oggetto di tenace fede da parte di moltissimi, da parte di troppi, mi verrebbe da dire. L’abbiamo visto e lo vedremo ancora molte volte. Un regime del discorso che, per un verso, condanna tutto ciò che i popoli e i paesi non allineati con Washington fanno per difendersi e per garantire la propria autonomia e la propria sovranità. E viceversa l’ordine discorsivo dominante legittima anche le azioni più efferate dell’Occidente presentandole sempre come volte a instaurare la democrazia, volte a esportare i diritti, volte a difendere il bene dell’umanità che viene sempre e comunque identificato con le ragioni dell’Occidente stesso. Tutto questo ci proietta in una dimensione che non saprei davvero definire altrimenti se non intimamente orwelliana.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro