Dieci gol in tre, ma come un dettaglio statistico che incornicia la sostanza delle prestazioni: Napoli, Milan e Inter inviano al campionato messaggi inequivocabili di autorevolezza, seppur indirizzati a focus per ora differenti circa gli obiettivi. Residenti in vetta e a braccetto le due milanesi, teoricamente scavalcabile il Napoli per la terza piazza, da Juventus e Atalanta.

A Lecce i partenopei offrono una prova di sostanza e compattezza, anche come manifesto dell’unità d’intenti del gruppo, il che è inequivocabilmente un segnale del fatto che Rudi Garcia sta, con ragionevoli per quanto difficoltosi passi, trascinando il gruppo verso una nuova identità. Quattro gol in casa del Lecce sono un dato non casuale e, vedrete, nemmeno episodico.

A San Siro contro la Lazio il Milan di Pioli porta sul terreno di casa un quattro – tre – tre ordinato e nella prima parte prevedibile , ma con un Reijnders “totale” che si prende la partita a pilota l’intensificazione programmatica (e programmata) dei ritmi, che “masticano” la Lazio in un crescendo di attacchi nella ripresa.

Con l’Inter che era di scena a Salerno la vetrina se l’è presa di prepotenza Lautaro, primatista per i quattro gol segnati da subentrante e con una soglia agonistica da big match. È alle spalle il sorprendente rovescio interno con il Sassuolo? Certamente sì. È stata un’Inter perfetta quanto a tempi di gioco e predominio territoriale nella prima parte? No, lo dimostra il fatto che Inzaghi ha anticipato il momento dei cambi, tutti azzeccati, non solo quello che ha portato in campo Lautaro. Impossibile non vedere in prospettiva l’ombra della Champions League.

Paolo Marcacci