Vannacci sulle accuse di razzismo ▷ “Non discrimino, ma le differenze esistono e non si può negarlo”

A seguito della tempesta mediatica scatenata dalle parole del Comandante dell’Istituto Geografico Militare di Firenze Roberto Vannacci all’interno del suo libro “Il mondo al contrario“, Francesco Borgonovo ha interrogato il generale in merito proprio alle espressioni tanto discusse e tacciate di omofobia e razzismo. Sulla questione razzismo, Vannacci si è espresso riguardo concetti come “normalità” e “italianità” e proprio l’utilizzo di questa terminologia ha scatenato l’ira dell’opinione pubblica e la lapidazione mediatica.

Non mi crea alcun problema il fatto che ci siano italiani di origine straniera, quello che asserisco è che questo non deve portare all’eliminazione dei canoni della normalità, non possiamo dire che non esiste alcuna differenza tra etnie che vengono da posti diversi. Siamo tutti uguali per dignità, per diritti, per cittadinanza, ma le caratteristiche di origine non si possono ignorare e non si può affermare che le differenze non esistano più. Io sono fiero di atlete come Paola Egonu e della sua cittadinanza italiana, ma non si può appiattire il tutto negando le sue origini nigeriane di cui dovrebbe andare fiera” afferma il Comandante Vannacci interrogato da Borgonovo.

In merito alle accuse del ministro della difesa Guido Crosetto che parla di “farneticazioni che danneggiano l’Esercito Italiano” e di “un imminente esame disciplinare” Vannacci commenta: “Non posso esprimermi nei confronti di un mio diretto superiore pubblicamente, lo farò nelle sedi opportune, non so se il ministro abbia letto il libero o meno, ma sicuramente leggendolo ci si accorge che le accuse di razzismo, omofobia, discriminazione, sono campate per aria. Nel libro non istigo nessuno a prendere le distanze da omosessuali o migranti, esprimo soltanto la volontà di ristabilire quello che è l’ordine normale delle cose. Perché dovremmo trattenerci dal dire che un’atleta italiana abbia origini nigeriane, è soltanto la verità. La “cancel culture” è un fenomeno che non mi piace per niente, abbiamo una storia millenaria fatta di luci e ombre che non può essere cancellata“.