Il grave ed oscuro peso di Kissinger nel caso di Aldo Moro: tutto cambiò dopo il Compromesso storico

La Meloni ha ben pensato di andare ad incontrare negli USA Henry Kissinger, pur non essendo tenuta a farlo, dato che Kissinger non ricopre più alcun incarico ufficiale, avendo ora oltre 100 anni di età.
Ho ritenuto inaccettabile che la nostra Premier, non essendo, ripeto, obbligata a visitarlo dal protocollo istituzionale, abbia deciso comunque di stringere quelle mani sporche di sangue. Come anticipato due giorni fa, continuerò per alcuni giorni a evidenziare le malefatte di Kissinger. Oggi parliamo di lui in riferimento al caso Aldo Moro.

Nelle elezioni nazionali del 1972, infatti, la Democrazia Cristiana, con il 39% dei voti, si assicurò soltanto un misero vantaggio sul Partito comunista e sul Partito Socialista Italiano. Il ministro degli Esteri Aldo Moro ed il presidente della Repubblica, Giovanni Leone, vennero convocati a Washington, dove Moro ebbe un pesante confronto proprio con Henry Kissinger.
Uscì da quel confronto visibilmente sconvolto, anzi: addirittura la moglie, nella sua deposizione ai magistrati, disse che Moro le confessò di essere stato minacciato da un alto funzionario della diplomazia statunitense.
Tesi che fu confermata anche dal braccio destro di Aldo Moro, Guerzoni, che addirittura parlò delle minacce di Kissinger a Moro nel suo libro.

Nonostante le minacce, nelle elezioni del 1976 il Partito Comunista continuò la sua cavalcata ottenendo il miglior risultato di sempre: il 34,4% che, unito al 9,6% dei socialisti, scalzava il 38% della Democrazia Cristiana.
A quel punto Aldo Moro nonostante le minacce, non avendo a suo avviso altra scelta, si vide costretto a mettere da parte il veto di Kissinger, quindi degli Stati Uniti, per scendere a patti con l’ormai evidente maggioranza che presto si sarebbe creata al governo, ossia il “compromesso storico“. Quello che accadde a Moro subito dopo è noto a tutti, così come è noto che proprio quella era la volontà di Henry Kissinger.

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