A pochi giorni della visita di Giorgia Meloni al presidente USA Joe Biden, si scatena un dubbio amletico per ciò che concerne un altro grande paese, l’altra potenza mondiale. Ebbene, i rapporti tra Italia e Cina rischiano di scaldarsi. Il motivo?
La Via della Seta, l’accordo commerciale e geopolitico tra i due paesi siglato nel governo gialloverde Conte I, sembrerebbe aver stufato improvvisamente i più. Ma tutto ha inizio anche dalla dichiarazione del portavoce del ministro degli Esteri cinese.
“È nell’interesse di entrambe le parti sfruttare ulteriormente il potenziale di cooperazione della costruzione congiunta della Belt and Road“.
Xi Jinping avvisa quindi l’Italia: un passo indietro non sarebbe troppo gradito.
Ma il timore è che la guerra economica delle due potenze mondiali possa in qualche modo avere influenze sulla decisione italiana che dovrà arrivare entro dicembre.
La Meloni ci tiene a mettere le mani avanti in questo caso: “Gli Stati Uniti non ci hanno mai posto la questione di cosa debba fare l’Italia sulla via della Seta“. Una questione sulla quale l’attuale premier aveva già le idee chiare nel settembre 2022: “Se mi trovassi a dover firmare il rinnovo di quel memorandum domani mattina, difficilmente vedrei le condizioni politiche“, aveva riferito all’agenzia di Taiwan, la Cna.
L’ipotetico tentativo statunitense di guadagnare terreno con l’Italia non è andato giù alla Cina: “Roma non baratti benefici economici per accodarsi agli Usa“, scrive il Global Times. La sfida è aperta.
Intanto la polemica viene però ulteriormente allargata dal Ministro della Difesa Guido Crosetto: “Io considero la Via della Seta un errore che non ci ha portato alcun beneficio né vantaggio commerciale. Dobbiamo uscire senza fare danni“.
In diretta a Lavori in Corso interviene Michele Geraci, ex Sottosegretario di Stato al Ministero dello sviluppo economico nel Governo Conte I.
“Crosetto? Forse malconsigliato dal suo staff.
Difficile pensare che un ministro della Difesa, che deve creare ponti tra paesi, usi questo linguaggio.
Offende: il governo precedente, le 4 milioni di aziende italiane, che, appunto, invece vogliono la Via della Seta; il suo alleato di Governo, Salvini, che era al Governo con me; il quirinale, che ha accolto con tutti gli onori Xi Jinping il giorno della firma; l’ambasciatore che ha lavorato tantissimo su questo memorandum; il parlamento.
In una frase si offende tutto il sistema istituzionale e produttivo del paese e il governo cinese“.