Le polemiche contro de Benoist e Roccella continuano: al confutare idee si preferisce la violenza

Continua a far discutere quanto accaduto presso il Salone del libro di Torino che, oltre a essere una delle più importanti fiere librarie di Europa, sta diventando anche un luogo di contenziosi ideologici non trascurabili. In particolar modo ci sono stati due episodi che hanno destato l’attenzione e che ci rivelano una ventata di censura che si sta abbattendo sull’Europa tutta e anche sulla nostra Italia.

In primis il caso di Alain de Benoist, il filosofo francese fuori dal coro per la cui presenza vi è stata una mobilitazione generale che invocava la censura, come se si potesse censurare uno dei più grandi filosofi viventi. Come se fosse possibile davvero chiamare democratico un sistema che nega la possibilità di esprimere le idee anziché confutarle.

Poi c’è stato il caso del Ministro Roccella, non sarà filosoficamente ai livelli di de Benoist ma comunque ha scritto un libro che si sarebbe dovuto presentare al Salone del libro e che pure si è presentato pur tra infinite controversie, dacché le posizioni del Ministro sul tema dell’aborto sono sicuramente non gradite a tutti ma non è di questo che si tratta. Le tesi che non condividiamo devono essere confutate e non certo negate nella loro libertà di espressione, questo è accaduto e questo tende ogni volta ad accadere: anziché confutare le idee con le idee si fa valere la violenza di chi vuole impedire la libertà di espressione di quelle idee. In questo modo la libertà di pensiero, il dialogo socratico hanno già perso. Ammettiamo che le idee del Ministro Roccella siano sbagliate, d’accordo, ma il contrario della falsità non è la censura ma la verità e quindi il nostro dovere sarebbe confutare le idee false con quelle vere, non impedire alle idee false di esprimersi.

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Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro