Marzo di fuoco in Francia, non si fermano proteste e scioperi contro la riforma pensioni. Il governo francese lo scorso giovedì ha fatto appello all’articolo 49.3 della Costituzione facendo passare il testo della riforma stessa all’Assemblea nazionale, bypassando il voto. Il progetto sarebbe quello di riequilibrare i conti pubblici e a salvaguardare il futuro dei giovani alzando l’età pensionabile da 62 a 64 anni, a quanto pare però senza il consenso necessario da parte della maggioranza di governo.

Le opposizioni non ci stanno e, nonostante non si sia arrivati ancora a un rimpasto o crollo di governo in forma ufficiale, il Presidente Macron e la Premier Elisabeth Borne si trovano sotto mirino e a rischio sfiducia. Oltre 1200 manifestazioni fino ad oggi, 300 fermi nella notte tra lunedì e martedì, di cui 234 solo a Parigi. La fiamma non si spegne e nelle strade francesi, non solo nella capitale, i cittadini protestano e gli scontri con la polizia diventano più violenti. Al grido del popolo di “Presidente, ora dimettiti” continuano gli arresti e i tentativi di bloccare la rivolta.

Elena Duranti