Ci sono storie che si portano dietro eredità talmente indelebili da lasciare un segno a anni di distanza. Quel segno si è visto al minuto 70′. E’ lì che è cambiata la storia di Juve Toro, nel momento esatto in cui Paul Pogba ha ufficialmente un appuntamento con la storia e col futuro.
E’ lì che lo Stadium raggiunge decibel che spostano ben due reti dentro la porta di un incolpevole Milinkovic. I piedi – e la testa – sono di Bremer e Rabiot. Ma andiamo con ordine.

Per sessanta minuti il Toro disputa un match maiuscolo, sbloccato immediatamente dal canterano interista Karamoh, che fa credere ad Allegri e ai suoi nell’ennesima retromarcia di una stagione piena di alti e bassi.
Non stasera però. Stasera è il derby della Mole, un habitat naturale per uno che si chiama Juan Cuadrado e che di gol ai cugini ne ha segnati di pesantissimi (di cui un paio all’ultimo minuto). La carambola dal lato destro dell’area granata però viene superata in bellezza solo dal gol di Sanabria spizzato alle spalle di Szczesny con un guizzo da calcio a 5. Una rete nella quale sono decisivi il sesto senso dell’attaccante di Juric ma anche un Bremer in versione brutta copia: il difensore brasiliano vive minuti durissimi lasciando spesso e volentieri spazi sterminati alle punte del Toro. E allora ci pensa l’uomo che forse più di tutti incarna in questo momento il detto “fino alla fine”.
Il 2-2 juventino è un terzo tempo da cestista in piena regola. Il pallone scagliato da Danilo fa perfino l’effetto palla da basket sul bordo del canestro prima che intervenga la gol line technology a decretare il pareggio.

Si rientra dagli spogliatoi ed è qui che il Toro dà i primi segnali di cedimento. Prima Fagioli elude mezza difesa con un assist scagliato da un indisponente Vlahovic sulla traversa, poi la traversa di Linetty – dopo un tiro alla Del Piero – daranno il la alla parabola discendente dei granata.
E’ l’entusiasmo per l’entrata del Polpo a prendere il Toro per le corna, ma soprattutto la zuccata di Bremer che segna il più classico dei gol degli ex. L’inizio della fine per Juric e i suoi. La firma finale la mette Rabiot su assist di un ritrovato numero 10. 10 come i punti che mancano al quarto posto.
Pogba dà subito la fisicità e l’autorità che da troppo tempo mancavano al centrocampo di Allegri. L’entrata di Bonucci finale dà al derby della Mole un sapore vintage, quasi a ricordare quelle nove Juve che, nei rari casi in cui andavano sotto, si rimboccavano le maniche e iniziavano a giocare.