Possiamo sapere, ed è importante saperlo, il prezzo della benzina, chi sta facendo il furbo sovrapponendo il prezzo del servito con quello del self-service… Insomma, stiamo sapendo un po tutto sul mondo del carburante, sui prezzi, sulle accise, sulle parole dette e non dette. Ci torneremo. Intanto però vi pongo una domanda: noi sappiamo tutto sulle accise, sulla benzina, ma non possiamo sapere quanto ci sta costando il rifornimento delle armi in Ucraina. Sarebbe importante saperlo, anche perché gli italiani non sono così convinti di questa opzione di costruzione della pace attraverso il rifornimento di armi. Quindi noi sappiamo del rifornimento del carburante, sappiamo tutti i costi, però non possiamo sapere quanto stiamo pagando in termini di armamento questa guerra, o meglio, questo questo approvvigionamento di armi a favore dell’Ucraina. Faccio i complimenti al gruppo di giornalisti, tra cui Negri, ex Sole 24 Ore, Capuozzo e altri, che finalmente hanno detto che in questa guerra di sicuro c’è già una vittima, che è il giornalismo, e cioè la capacità dei giornalisti di guardare i fatti per quello che sono, di analizzarli e raccontarli. E non è che se racconti un qualcosa di diverso rispetto alla propaganda, e uso la loro parola, utilizzata dai nostri organi di stampa o televisioni, trasmissioni, radio, passi e devi passare per amico di Putin.

Complimenti per questi colleghi che hanno avuto il coraggio di scrivere un’analisi molto approfondita sul ruolo del giornalismo e sull’incapacità del giornalismo di raccontare i fatti per quelli che sono, cioè di dotare l’opinione pubblica degli strumenti per analizzare i fatti. Ritorniamo un attimo al discorso delle accise, del carburante, delle polemiche. Anche qui andrebbe fatto un discorso che impegna, al di là del Governo italiano, l’Europa. Il Governo italiano, per restare dentro il perimetro contabile della manovra finanziaria, ha compiuto delle scelte e ha riservato il grosso della manovra a favore degli italiani per sostenere il caro bollette, rinunciando a rifinanziare lo sconto benzina. Ha fatto bene? Ha fatto male? Dipende dai punti di vista. Sicuramente prima o poi questa insoddisfazione crescerà, e crescerà anche tra coloro che si erano fidati del centrodestra affinché la famosa battaglia sulle accise si possa materializzare con successo. Invece che cosa accade? Hanno fatto delle scelte contabili e compatibili con l’imposizione che arriva dall’Europa. Per fare una scelta politica diversa, il Governo dovrebbe dire: “Cara Europa, guardate che siamo ancora in emergenza, abbiamo ancora da smaltire il lockdown del covid, il lockddown economico; abbiamo ancora da smaltire la crisi energetica successiva alla guerra in Ucraina; abbiamo ancora da smaltire, anzi ci siamo proprio dentro, il carovita, l’incremento del costo della vita“. Siamo ancora dentro quella crisi che da tempo l’Europa fronteggia mettendoci, attraverso la BCE, il proprio valore aggiunto, cioè la Banca centrale europea copre le spalle, dice ai Governi: “Compriamo noi i titoli di Stato, copriamo noi il debito pubblico, non vi preoccupate, sospendiamo anche il patto di stabilità e indebitatevi perché la gente in questa fase non ha soldi si deve indebitare lo Stato“. Era quello che fece prima Draghi con il famoso whatever it takes, il quantitative easing, è quello che durante la pandemia la BCE ha fatto, cioè comprare debito pubblico. Cosa succede adesso? Che la stessa Banca centrale europea, ma non è solo la BCE, anche la Federal Reserve da un certo punto di vista, ha paura dell’inflazione che esse stesse, cioè le banche centrali, hanno creato, e quindi adesso cosa dicono ai governi? Arrangiatevi, e i governi scaricano il tutto sui cittadini. Il conto della crisi finisce sul tavolo delle solite persone.

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