E’ sempre più la manovra stipendi il focus dell’istruttoria sportiva che coinvolge ormai da mesi la Juventus. Questo perché sull’ormai famoso caso plusvalenze la giustizia sportiva si è già pronunciata: stabilire che i prezzi di vendita o acquisto siano stati gonfiati è molto difficile, dunque appare improbabile una sanzione nel merito. La pista non è stata comunque abbandonata dalla procura, che continua a indagare, ma ora il grande tema, quello dei rischi sportivi, torna a farla da padrone sui salari.
I Pm dell’indagine Prisma sottolineano una violazione degli articoli 93 e 94 delle Noif, le Norme Organizzative Interne Federali. Nel putiferio pandemico post-2020, la Juve vara una manovra stipendi che celerebbe un falso. In primis l’accordo con i calciatori, che pubblicamente viene presentato come una rinuncia a quattro mensilità, ma si limita alla cancellazione di un solo stipendio spalmando il resto nella stagione seguente per non appesantire i bilanci.
La giustizia sportiva nel frattempo punta il mirino soprattutto sui documenti occultati all’esterno della sede sociale. Si tratta dei documenti rintracciati nella perquisizione del 23 marzo di quest’anno in uno studio legale di riferimento della Juve. E che si tratti di documenti scottanti lo dimostra il fatto che la procura federale ha aperto un altro fascicolo su alcuni procuratori-agenti, protagonisti delle trattative.
I rischi? Sia per i procuratori-agenti che per i loro assistiti. Si prospetterebbe nella peggiore delle ipotesi un lungo stop, ma la giustizia non è destinata a fare il suo corso in tempi brevi: è probabile che eventuali sanzioni riguarderebbero la prossima stagione, con annesse inibizioni dei dirigenti coinvolti.
