Voglio sperare che quelle forze convengano con me. Sul fatto che chi dall’estero dice di voler vigilare sull’Italia non manca di rispetto a me o a questo governo, manca di rispetto al popolo italiano che non ha lezioni da prendere“, dice Giorgia Meloni.

In realtà, cara Meloni, se il riferimento è ai francesi, di lezioni ce ne siamo fatte impartire tante e purtroppo non solo quelle. Abbiamo per esempio accettato al governo una serie di politici che hanno poi ricevuto la Legion d’Onore francese, ossia una delle più alte onorificenze conferite a chi si è distinto nel fare gli interessi francesi, nonostante ovviamente molto spesso quegli interessi fossero in competizione con gli interessi italiani. Tra i legionari abbiamo avuto la Bonino, l’amica di Soros, abbiamo avuto D’Alema, il venditore d’armi. Abbiamo avuto Letta, che in Francia è poi andato a vivere ed ha ricevuto una cattedra di prestigio. Abbiamo avuto Prodi.

Ma emblematico è stato il ruolo di Sandro Gozi, che da sottosegretario alla presidenza del Consiglio in Italia con delega alle Politiche europee, è poi diventato il responsabile di quelle stesse politiche europee, ma questa volta per il governo francese. Ed è in Francia che Gozi si candiderà alle elezioni del Parlamento europeo, nonostante proprio lui avesse gestito nel suo ruolo in Italia dei dossier sensibili che potrebbero essere stati utili contro di noi nelle mani di uno dei nostri competitor europei come la Francia. Eppure nessuno ha denunciato questa anomalia fino in fondo.

Per non parlare poi di quando abbiamo avuto un presidente del Consiglio calato dall’alto, Mario Monti, che proveniva direttamente dalla commissione Attali per il rilancio della Francia insieme al ministro italiano Franco Bassanini, anche lui con la Legion d’onore francese. Altro che lezioni da prendere: abbiamo preso i loro uomini e li abbiamo messi a capo del governo italiano.

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