Continuano a far discutere le parole di Igli Tare, Direttore sportivo della Lazio, che in riferimento a squadre come Juventus, Milan, Inter e Roma ha parlato di società “tecnicamente fallite, “tenute in vita dal fatto che il sistema ne ha bisogno”. Il dirigente, intervenuto nel corso “Il giurista entra in campo” tenuto da Guglielmo Stendardo (avvocato ed ex giocatore proprio della Lazio) all’università Luiss Guido Carli, ha poi criticato l’ingresso dei fondi di investimento nel calcio italiano: “Sono un fan della vecchia scuola. Ne sono rimaste quattro in Italia che ragionano ancora così: Atalanta, Udinese, Lazio e Napoli. Io sono più per questa gestione. Le multinazionali hanno solo interesse commerciale e si perde il bello del calcio: la passione, l’amore. Quei fondi lavorano con gli algoritmi e non vogliono più sapere della storia della squadra e della città”. Criticata anche la Conference League, la competizione europea inaugurata l’anno scorso dalla Uefa con la vittoria della Roma: “Una competizione da perdenti”. 

Le parole di Tare sono fuori luogo” commenta Fabrizio Patania, giornalista del Corriere dello Sport. “Sulla questione delle squadre tecnicamente fallite ha detto una serie di imprecisioni. E sulla questione Conference, vorrei ricordargli che anche la Lazio potrebbe scendere nella competizione, qualora non arrivasse prima nel suo girone: siamo sicuri che in quel caso la continuerebbe a chiamare ‘coppa dei perdenti’?”. 

La nozione di “tecnicamente fallite” è quella che ha suscitato le maggiori polemiche, anche perché (e basta un qualsiasi manuale di economia per verificarlo) una società non fallisce se indebitata: le basta garantire i debiti che contrae. Ne sono un esempio le continue ricapitalizzazione di Roma e Juventus, società in perdita che fanno fronte ai debiti proprio attraverso iniezioni di capitale da parte degli azionisti. “Una società che può garantire i debiti non è fallita”, aggiunge Furio Focolari, giornalista ed ex cronista della Rai. “Un dirigente come lui non può permettersi di dire una scemenza del genere. Specie in un contesto come quello di un’aula di università”.

Tare, peraltro, nell’ultima stagione sportiva è finito fuori dai radar della comunicazione laziale. ‘Colpa’ di un contratto in scadenza nel 2023 e del contemporaneo ingresso in società di Angelo Fabiani. Ufficialmente, il ruolo di quest’ultimo riguarda squadra femminile e settore Primavera, ma le voci lo davano insistentemente come futuro sostituto dello storico Ds di Claudio Lotito. “Tare non è stato al centro della scena come era accaduto negli ultimi 14 anni. Io, però, non escludo che rinnovi il contratto in scadenza”, dice Paolo Cericola.Peraltro, Fabiani segue la squadra femminile e la Primavera: anche qualora la Lazio si separasse da Tare, non sarà lui il prossimo Ds”. 

Capitolo campionato: Pedro sembra affaticato dalla trasferta di Graz e della gara con l’Udinese. Dovrà essere gestito, altrimenti rischia di infortunarsi, come del resto è successo a Immobile (infortunatosi contro i friulani). Maurizio Sarri non ama il turnover, ma come dimostra l’esordio da titolare di Casale in luogo di Patric il tecnico può cambiare le proprie idee. Saranno settimane complicate per risolvere il rebus in attacco: la soluzione potrebbe essere Cancellieri tanto quanto Milinkovic-Savic. L’indiziato principale per la maglia da titolare è l’unico giocatore comprato come sostituto di Immobile: che sia finalmente il suo turno?