Nulla è mai come sembra, specialmente se parliamo di Codice Ratzinger. E proprio a proposito dell’ormai famosa vicenda che vedrebbe Papa Benedetto in uno stato di prigionia intento a divulgare messaggi in codice – mai smentiti da sedi ufficiali – ci sono importanti novità.
A riferirle a ‘Un Giorno Speciale’ l’autore del libro-inchiesta Andrea Cionci, che ha approfondito il j’accuse lanciato da un prete siciliano di nome Don Alessandro Minutella nei confronti di Bergoglio, che senza munus petrino (cioè l’esercizio pratico, detenuto ancora da Benedetto) può essere considerato a tutti gli effetti un antipapa.
Un importante endorsement sarebbe stato effettuato da parte del segretario personale di Papa Benedetto XVI: già perché quelle che inizialmente sembravano parole di smentita molto dure nei confronti di Don Minutella, si sono rivelate poi dei veri e propri messaggi teologicamente eloquenti.
Scopriamo di più nell’intervista.

Ricapitoliamo

C’è un aspetto canonico-giuridico secondo il quale Papa Benedetto non ha mai abdicato al trono pontificio ma si è piuttosto ritirato in sede impedita, perché la sede apostolica può essere o vacante – quando il Papa muore o abdica regolarmente – e rinuncia al munus petrino, o può essere impedita, quando il pontefice non può più esercitare il ministerium, cioè l’esercizio pratico del potere. Papa Benedetto da 9 anni ha quindi lo status giuridico di prigioniero, non avendo abdicato il conclave del 2013 che ha eletto Bergoglio era nullo, quindi quest’ultimo è di fatto un antipapa, un successore illegittimo.
Questa situazione canonica è descritta con un linguaggio appena velato, ma assolutamente logico e coltissimo da parte del Santo Padre Benedetto XVI che io ho chiamato “Codice Ratzinger”, ed è fatto per chi ha orecchie per intendere, un po’ di buonsenso, un pochino di cultura e soprattutto molta buona volontà per capire e applicarsi.

La telefonata choc

Molti di voi conosceranno Don Alessandro Minutella, sacerdote siciliano che dal 2016 grida al mondo intero che il Papa è rimasto Benedetto XVI perché non ha mai abdicato. Attorno a lui si sono riuniti 6 sacerdoti di varie nazionalità e hanno formato il cosiddetto “sodalizio sacerdotale mariano”.
Questi sacerdoti hanno chiesto recentemente delucidazioni al Mons. Georg Gänswein sulla situazione di Papa Benedetto e lui durante una telefonata con un sacerdote fratello di questi preti del sodalizio mariano, ha detto una serie di frasi che lì per lì hanno lasciato sconvolti questi sacerdoti fedeli a papa Benedetto
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Tutte queste frasi però hanno una perfetta seconda lettura assolutamente logica e coerente: Mons. Georg Gänswein ha detto che Don Minutella è pazzo, che è teologicamente fuori di testa. Ora, siccome il Vangelo proibisce di dare del pazzo al proprio fratello (per non essere gettati nella Geenna) chiaramente Mons. Gänswein non poteva usare quel termine per insultare Don Minutella. Invece c’è una lettura teologica, ecco perché dice che è “teologicamente fuori di testa”: è il tema della “follia in Cristo”. La prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi dice “noi siamo pazzi per amore di Cristo”, quindi quello che sembrava a una lettura superficiale un insulto gratuito e becero assolutamente inaccettabile per il segretario del Papa, in realtà è un endorsment teologicamente profondissimo.
Altro che film, se ne parlerà per i prossimi secoli di questa cosa. E a me fanno pena i colleghi giornalisti che la ignorano, perché si stanno perdendo un fatto millenario
“.