Un articolo uscito stamattina su La Verità titola: “I sieri provocano alterazioni genetiche stabili”. Il pezzo prende le mosse da uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Plos Pathogens ed effettuato dalla Thomas Jefferson University di Philadelphia, che spiega come questi sieri Sars-Cov-2, appunto, “sarebbero la causa di cambiamenti immunologici che possono essere trasmessi alla prole.
La prole, nel caso della ricerca in esame, sarebbe quella di diverse centinaia di topi esposti a nanoparticelle lipidiche sintetiche: proprio quelle che negli attuali sieri hanno la funzione di incapsulare proteina spike e acido ribonucleico per incentivarne l’entrata nella cellula.
Cosa è successo dopo l’inoculazione?
C’è stata “l’inibizione a lungo termine delle risposte immunitarie adattive“, cioè la capacità dell’organismo di reagire al contatto con microrganismi patogeni. Non solo, perché qui subentra il discorso della trasmissione genetica – come riporta Patrizia Floder Reitter – nella deregolazione delle risposte immunitarie della prole.

Sia i topi maschi, sia i topi femmine svolgono un ruolo importante in questa trasmissione: l’esposizione alle particelle lipidiche sintetiche, di per sé altamente infiammatoria, ha indotto un effetto a lungo termine sulla conta dei globuli bianchi“, scrivono gli studiosi con l’approvazione di Plos Pathogens.

Attendibile o no?

“Questo studio era disponibile in pre-print da un po’ di tempo. La rivista che lo ha pubblicato è importante, non di basso livello. Il dato è un po’ più complesso di come viene presentato nei titoli, però come sapete ho sempre fatto una critica anche abbastanza feroce sulla metodologia che è stata utilizzata nello sdoganare questi prodotti. Ho sempre avvertito sul fatto che non sono stati fatti gli studi di cancerogenicità e genotossicità. Dopo lo studio dell’Università di Lund effettuato su linee cellulari – questo invece riguarda topi – si tratta di un ulteriore indizio che va in quella direzione. Non è uno studio che si può ignorare, ma ne parleremo in maniera approfondita prossimamente, o non faremmo un buon servizio”, è il commento del Dott. Vanni Frajese.