Disunione europea: Berlino spacca l’Europa (per l’ennesima volta) e sul gas fa da sé, con tanti saluti al tetto comune. Con un’inflazione su base annua salita al 10% e i prezzi dell’energia cresciuti del 43,9% nel solo mese di settembre, la Germania ha deciso di correre in fretta ai ripari, e lo fa con una potenza di fuoco vera: 200 miliardi di euro – noi ne abbiamo a disposizione ben 10 – nella manovra per sostenere cittadini e imprese. L’aumento dei costi energetici sarà inoltre fronteggiato in parte con il fondo di stabilizzazione economica creato nel biennio pandemico. Capito Unione Europea?

A differenza nostra i tedeschi si sono dati una mossa ingannando l’attesa di un price cap che sembra non arriverà mai. Così l’Iva sull’energia tedesca sarà ridotta dal 19% al 7% (con incentivi per rigassificatori e fonti rinnovabili). La ciliegina? Il salvataggio di Lufthansa: la compagnia aerea teutonica non farà la fine di Alitalia, ma dietro non ci sono intuizioni che a noi sfuggivano o colpi di genio teatrali, macché.

Come l’hanno salvata? Emettendo titoli di debito pubblico. Avete capito bene: cara Ue, ci sei? Ma non era impossibile? A quanto pare alcuni animali sono più uguali di altri nel recinto europeo.
Non solo, ricordate la regolina dello 0,35% del PIL come tetto massimo di indebitamento? Ebbene, i tedeschi hanno deciso di autosospendersela per un anno. Si danno la grazia da soli, come ha confermato nella giornata di ieri il Ministro delle Finanze Linder: oggi la riunione dei ministri dell’Economia dell’eurozona, di certo costellata da facce e stati d’animo molto diversi (se non piani diversi, a questo punto).

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