La campagna elettorale durante i mesi estivi è stata un unicum nel panorama politico italiano. La scelta del 25 settembre come data per il voto ha avuto conseguenze significative in particolare per le nuove forze politiche nate al di fuori del Parlamento o per le nuove identità nate dalla costola di partiti già presenti nell’arco parlamentare. La decisione di accelerare i tempi per un nuovo governo è stata infatti segnata dalle forti difficoltà della raccolta firme con tempistiche record, necessaria per la presentazione della lista al voto, e più in generale dalle scadenze estremamente ravvicinate per organizzare efficace di possibili coalizioni o alleanze.

I tempi stretti sono stati in tal senso nemici di un processo di maturazione in grado di consentire un dialogo costruttivo nella galassia dei c.d. partiti del dissenso. Quest’ultimi hanno dovuto impegnarsi con forza per vincere la prima battaglia della presentazione delle firme ma questa prima battaglia vinta potrebbe non bastare. Pur superando il primo step, la vera prova del fuoco per le forze dell’opposizione al governo Draghi saranno le urne.

Ai microfoni di Fabio Duranti un ascoltatore invita allora gli elettori a votare per le nuove entità politiche dissidenti, riflettendo allo stesso tempo sulla necessità di un progetto unitario in grado di raccogliere più consenso ed avere maggiore forza in Parlamento . Per Duranti ora il vero obiettivo di tutti i sostenitori dei nuovi partiti deve essere un forte sostegno elettorale che permetta a tutte le queste nuove forze partitiche di entrare in Parlamento per far sentire la propria voce.