Come ormai già da tempo succede, vi è un paradosso lampante nella politica quale si viene svolgendo nel quadrante occidentale del mondo, quello sotto le insegne del neoliberismo o capitalismo assoluto totalitario qual dir si voglia. Ebbene, il programma politico della destra bluette e della sinistra fucsia coincidono in pieno, sia pure in forma speculare e asimmetrica. In che senso? Nel senso che subito proverò a chiarire: per la destra bluette il pilastro programmatico sta nell’arginare la sinistra fucsia e per questa sta nell’arginare la destra bluette. Basti considerare l’affermazione recentemente svolta dall’arcobalenico Enrico Letta delle sinistre fucsia, il quale ha spiegato il programma della sinistra prevede come pilastro quello di sconfiggere la destra ma basti considerare anche l’affermazione eguale (anche se di segno opposto) del cavaliere ultraliberista di Arcore Silvio Berlusconi, il quale ha esplicitato nel modo più lampante in una delle sue surreali pillole lanciate in rete che l’obiettivo della destra sta nel mandare a casa la sinistra.

Insomma, stesso obiettivo a parti inverse: la sinistra non mira ad altro se non a mandare a casa la destra che, a sua volta, non mira ad altro se non a mandare a casa la sinistra. Nascosto da questa differenza che assume la forma di una commedia pittoresca in verità, vi è lo stesso identico programma che si condensa nel pensiero unico del liberismo: sovranità insindacabile del mercato (che ha sempre ragione) e fedeltà insindacabile al Patto Atlantico. Vale a dire subalternità perenne dell’Italia a Washington e al suo imperialismo giustificato come interventismo umanitario e bombardamento etico.

Destra bluette e sinistra fucsia in questa commedia pittoresca assumono le fattezze di due calvi che lottano per conquistare il pettine. Pettine che in ogni caso non potranno utilizzare perché, sia quel che sia, né la destra bluette né la sinistra fucsia decidono nulla e, se si limitano a ratificare le scelte sovranazionali e non democratiche prese dai mercati, dalla BCE, dalle agenzie di rating, dal Fondo Monetario Internazionale, da Washington e ultimamente anche dall’OMS. La lotta tra destra bluette e sinistra fucsia appare perciò come uno scontro fittizio tra le due ali dell’aquila neoliberale. Quest’ultima è egualmente vincente a priori, quale che sia poi in concreto la parte vincente: destra o sinistra. Se queste rappresentano l’interesse dell’alto, è chiaro come il sole che vincerà comunque l’alto sia che vinca la destra che la sinistra. In tal guisa oltretutto è inscenato un finto pluralismo, un partito unico che si finge plurale e che perciò stesso fa apparire inesistente quel totalitarismo neoliberale che in realtà è la cifra del nostro tempo.

I vecchi totalitarismo avevano il partito unico perché gli altri erano messi fuori legge. Il totalitarismo glamour della civiltà tecnomorfa dei mercati è in realtà un totalitarismo mascherato perché fa apparire partiti plurali che in realtà sono variazioni dell’unico partito, quello neoliberale di destra bluette o di sinistra che sia. È questo il nucleo di quello che da tempo vado appellando l’alternanza senza alternativa, la cui immagine più efficace potete trovare nella commedia di Dante. La trovato allorché al sommo poeta nel sesto canto del Purgatorio, immagina Firenze come una donna malata. Una donna malata che, stesa nel suo giaciglio, si volta ora sul lato destro che sinistro per trovare un momento di sollievo rispetto a una condizione di sofferenza destinata a persistere. Queste le parole del sommo poeta, riferite a Firenze: ‘Vedrai te somigliante a quella infermache non può trovar posa in su le piume,; ma con dar volta suo dolore scherma‘. Proprio così, situazione analoga ritorna oggi in un mutato contesto nel quadro dell’ordine neoliberale e della sua fittizia contrapposizione pittoresca e comica della destra bluette e sinistra fucsia.

Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro