Prima, seconda, terza e ora si prospetta anche una quarta dose. Da quasi un anno la campagna vaccinale antiCovid ci è apparsa come una corsa contro il tempo. Corsa per salvaguardare il cittadino o per altri motivi? Dalla notizia della nuova variante Covid dal ceppo Omicron, Istituzioni e imprese farmaceutiche cercando di trovare equilibrio fra i tre fattori principali di questa dinamica, ormai portata all’estremo: salute-profitti-dosi vaccinali. Quest’ultime (a detta del mainstream e ‘piani alti’) saranno ottimizzate per fronteggiare l’ultima variante. Ma c’è una domanda che sorge spontanea: le dosi saranno ottimizzate o, in realtà, si tratta solo di partite ‘avanzate’ dalla prima produzione? In questo senso si esprime lo psichiatra Alessandro Meluzzi: “Riuscite a fare un confronto tra i profitti che si fanno con l’aspirina e la vitamina D e quelli che si fanno con vaccinando gli esseri umani una volta ogni tre mesi? Di che cosa stiamo parlando?”

La parola chiave di questa situazione è proprio ‘discordanza’, quella esistente all’interno dell’universo sanitario, governativo e comunicativo che vede ormai il cittadino italiano stanco di questi continui richiami senza spiegazioni efficienti e risolutive sul fronte pandemico. La diffusione di informazioni infatti non è sempre chiara e trasparente verso la popolazione, sia da parte delle stesse Istituzioni che dai colossi farmaceutici (sin dal principio e ancor di più attualmente) che appaiono sempre più interessati ai profitti: “le multinazionali come Pfizer mettono porcherie a -80 gradi e le devono far fare a miliardi di persone a costi proibitivi. Si sa dall’inizio, lo disse Montagnier e tutti i grandi virologi, è noto che non si è potuto fare un vaccino efficace contro i virus Rna perché mutano continuamente, per definizione. Questa era un’occasione insuperabile per fare 80miliardi di profitti in un anno”.

Nasce da questi presupposti il bisogno di creare una ‘rete di resistenza’. Resistenza che non deve essere sinonimo di caos bensì un segnale forte da mandare al Governo al fine di evidenziare la verità e porre una fine definitiva a queste continue pressioni psicologiche, economiche e sociali: “Si resiste entrando in un circuito giusto, dobbiamo accelerare questa rete di resistenza”, il prof. Alberto Contri esprime così il suo pensiero in diretta che lo stesso Meluzzi non tarda a riconfermare e sostenere: “Dobbiamo creare una rete unitaria del dissenso, in parte visibile e in parte invisibile. Una sorta di anti Stato, perché lo stesso è colonizzato da Pfizer e dai padroni delle banche. Questo è il punto. Una rete che dia tutto ciò che serve all’essere umano per resistere in un regime ostile. Lo Stato è venduto a un potere esterno. Magistrati, sveglia! Dignità! C’è un terrore del potere”. Unione, verità e forza popolare che anche Dario Giacomini, medico e Presidente dell’Associazione ‘ContiamoCi’, sostiene a gran voce: “Faremo di tutto perché questa rete multidisciplinare si realizzi, abbiamo creato anche un sindacato per realizzare questo”.