“Mattarella scioglie le Camere e si vota il 25 settembre”. Così leggiamo sul sito dell’Ansa e su molti altri siti d’informazione. Tutti i quotidiani nazionali danno notizia di questa novità sensazionale che segna davvero una rottura nell’ordine costituito. Con queste elezioni anticipate, le reali forze del dissenso che si stavano costituendo, difficilmente avranno modo di organizzarsi e di risultare vincenti.

La vittoria sarà, in tal guisa, garantita a qualche partito fintamente oppositivo che già ora ha notevoli consensi e che ha già dato solide garanzie in senso di europeismo e atlantismo. Partito che, fingendo di rappresentare il dissenso, svolgerà la parte di opposizione pilotata. Quella opposizione detta “Gatekeeping” buona sola a garantire il consenso all’ordine dominante, fingendo di dare voce al dissenso. Non mi stancherò di ribadirlo: solo se unite le forze del dissenso potranno trionfare.

Intendo con forze del dissenso tutte quelle forze che per una via o per un’altra sono giunte alla rivolta contro della globalizzazione capitalistica sul piano sociale e culturale. Perché le forze del dissenso si uniscano è necessario che venga sconfitto il neoliberismo che abita in ciascuna di esse.

Neoliberismo che le porta a competere fra loro anziché a coordinare. In ciò sta la forza magnetica del neoliberismo, si insinua all’interno di ognuno di noi e diventa una forza omnipervasiva che impedisce letteralmente di combattere unitamente contro il nemico comune, ciascuno diventa un competitor anche nell’ambito della politica. Tutti contro tutti.

Perché le forze del dissenso possano trionfare è necessario che esse superino la dicotomia destra e sinistra, tale dicotomia oggi è del tutto superata e serve solo a dividere le masse oppresse. La vera dicotomia è quella tra alto e basso, dove naturalmente destra e sinistra sono solo forze di rappresentanza dell’alto contro il basso, dei dominanti contro i dominati. L’alto rappresenta l’interesse del Capitale che vive in modo parassitaria del lavoro altrui.

Paradossalmente le forze al sostegno del potere sono tanto più unite quanto più appaiono divise e in conflitto. La loro finta conflittualità coincide con l’essenza stessa del neoliberismo, finto pluralismo in cui i plurali sono tutte parti del medesimo. Del resto si continua a celebrare Draghi come se fosse un eroe o benemerito salvatore della patria? Davvero è stato l’eroe della nazione? Si, ma di quella americana. Draghi è andato recentemente in Algeria per comprare il gas a 130 euro dopo che Washington ordinò all’Italia di non acquistarlo più a 19 euro. Eroe della patria ma sicuramente non della nostra.