Con tono festoso e giubilante, il top manager ultra-liberista Colao ha annunciato l’arrivo del wallet digitale per tutta Europa. In sostanza si tratterebbe, da quel che abbiamo capito, di un portafoglio digitalizzato con tutti i documenti degli italiani e tale dunque da avere validità su tutto il territorio europeo. Si tratta di un punto saliente di quella che è stata celebrata, magnificata e appellata come ‘digitalizzazione’: la svolta al digitale, la svolta verso la società senza più contatti materiali. Ma si tratta altresì, questo il punto da non trascurare, di una estensione e riarticolazione (e vuoi anche di un potenziamento) di quella infame tessera verde (o ‘green pass’, come lo chiamano le sintassi smart dei mercati) che molti pensavano essere archiviata per sempre.

Sì perché molti sono convinti, in questa estate 2022, che il green pass abbia esaurito la sua funzione e sia uscito fuori corso. In realtà lo sappiamo, l’infame tessera verde (o ‘green pass’ che dir si voglia) è soltanto stata sospesa, e anzi in alcuni luoghi continua a essere operativa (ad esempio negli ospedali o nella RSA). E soprattutto, però, si presta presto a essere nuovamente assunta e trasformata in nuova normalità. Del resto, questa è la pandemia del rocchetto e dello yo-yo, e dopo la fase due vi è sempre un ritorno alla fase uno e alle sue misure più emergenziali, tra cui ovviamente l’infame tessera verde.

Che cosa potrebbe accadere, dunque, con suddetto ‘wallet’, come è stato definito anch’esso con la neo-lingua mercatista? Si potrebbe avere un green pass allargato, esteso, trasformato in un normale documento per tutti. E ciò rappresenterebbe l’inveramento delle nostre tesi, secondo cui le misure dell’emergenza sono un fine, non un mezzo e, lungi dal durare il tempo più o meno breve dell’emergenza, sono destinate, come in parte già è accaduto, a mutarsi in parti integranti di una nuova normalità dispotica e distopica. Sotto questo riguarda, il riferimento testuale è quello della studiosa Zuboff, ‘capitalismo della sorveglianza’: un capitalismo totale e totalitario che usa il controllo dei dati come nuovo metodo di Governo.

In sostanza, un capitalismo che si basa sugli algoritmi e sulla svolta smart delle piattaforme digitali, quelle mediante le quali ci illudiamo di divertirci, di trarre giovamento dalle community e dalle attività ludiche, mentre in realtà per un verso stiamo lavorando gratis per il capitale, e per un altro verso stiamo cedendo senza accorgercene una miriade di dati che verranno utilizzati come base del profitto di suddette aziende digitali, ma poi anche come fondamento di un controllo totale, che passa appunto dalla schedatura mediante dati. In effetti, la domanda da porre è la seguente: quale dittatura, rossa o nera, sarebbe riuscita a far sì che i propri sudditi si schedassero volontariamente, come oggi accade nel totalitarismo glamour delle piattaforme digitali, dove sono i sudditi stessi a fornire dati in maniera, potremmo dire, spontanea, spesso con ebete euforia e con stolta letizia? Questo è il nuovo meccanismo, il nuovo dispositivo del controllo totale che passa anche dal wallet digitale, che poi è un green pass che ce l’ha fatta, un green pass che si è imposto ed è divenuto nuova normalità.

Ecco perché il futuro che ci attende è un futuro di controllo totale, appunto del ‘capitalismo della sorveglianza’: una società neo-orwelliana a controllo totale dove, ovviamente, la narrativa si fonda sempre e solo sulla fable convenue secondo cui per garantire la nostra sicurezza, messa a repentaglio dall’emergenza o dalle emergenze che ancora arriveranno, occorre limitare i diritti e comprimere le libertà. E tutto questo viene presentato come a fin di bene, cioè come volto a garantire la nostra sicurezza. Ecco, il controllo totale verrà, come in parte già è, spiegato esattamente con queste categorie, come volto a facilitare la vita, a proteggere l’esistenza e a garantire la sicurezza di tutti e di ciascuno: insomma, il totalitarismo perfetto è simile a una gabbia di cui non vediamo le sbarre e che anzi amiamo come se fosse il regno della libertà.

#Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro