La nuova emergenza sarà la siccità?
Sì, se continuerà la vera emergenza del nostro tempo, la stessa che ha aggravato quella del Covid e che sta riempiendo pagine sulla carenza di acqua in Italia: la competenza.
Innanzitutto va specificato che non è una situazione senza precedenti, quella dell’emergenza idrica (da distinguere dalla situazione climatica, e spiegheremo perché). Non avremmo altrimenti Lazio, Sicilia e Basilicata ancora “sotto il Commissariato dell’emergenza idrica nazionale dal grande periodo siccitoso 2001-2002“. Vent’anni fa.
L’idrico“, spiega in diretta il Prof. Enrico Michetti, “è soprattutto organizzazione e prevenzione. Per captare l’acqua e poterla addurre, noi abbiamo bisogno di condotte e di stazioni di captazione: è chiaro che queste sono grandi infrastrutture che vanno mantenute, e va fatto in itinere“.

Torniamo insomma al solito problema: i finanziamenti, ma anche le speculazioni e l’immobilismo infrastrutturale.
Esaminando ad esempio un luogo e un’epoca totalmente diversa, con strumenti differenti, ma con un numero di abitanti simile al nostro, si ha quella che per Michetti è la soluzione: “Roma aveva circa 1,3 milioni di abitanti nell’epoca imperiale ed aveva bisogno di un afflusso di acqua continuo, costante, perché tutto era regolato dall’acqua: per Roma il Tevere in quel momento aveva quasi un ruolo subordinato rispetto all’afflusso d’acqua, a quell’ingegneria idraulica straordinaria“.
Ma cosa produceva quell’ingegneria di tanto “innovativo”?
Quella che ancora oggi potrebbe essere la soluzione: i serbatoi. Questi regolavano il flusso dell’acqua sia per le irrigazioni che per l’uso umano in ragione del fabbisogno in ragione delle questioni climatiche“.

Oggi la soluzione è questa“, prosegue Michetti, “e tu la puoi matchare bene con l’idroelettrico“.
E qui veniamo al tasto dolente: la speculazione.
Gli invasi sono cisterne, ma se li gestisse l’ente pubblico non pagherebbe quelle cifre di sottensione. Con gli invasi in quel momento produrresti meno energia, ma rimuovi tutte le difficoltà e gli affanni di una carenza di acqua“.
Attenti, dunque, a non cadere nella retorica ambientalista (che non tiene minimamente conto di cosa si può fare con la competenza): i periodi siccitosi ci sono sempre, ciclicamente. La differenza la fa chi gestisce.
Sentite la spiegazione del Professore.