Il 18 giugno a Roma ci sarà una Manifestazione nazionale che avrà come temi principali pace, lavoro, democrazia e giustizia sociale. L’Onorevole Pino Cabras è intervenuto in seduta al Senato il 13 giugno 2022 per anticipare ciò che Alternativa porterà avanti a livello ideologico, partendo dal presupposto che “è una questione fondamentale ricostruire una connessione della politica con un sentimento profondo del popolo italiano”. In passato la nostra nazione vantava infatti di una forte identità politica e popolare. Il cittadino poteva essere partecipe di dibattiti e forze che il Governo non poteva fare altro che accogliere dopo il periodo bellico degli anni ’50 . “C’è qualcuno che vuole dimenticarsi tutto questo, sicuramente il sistema dei media italiano che sostanzialmente ha sposato una sola narrazione nelle vicende della guerra, mettendosi l’elmetto e schierandosi in una belligeranza che non ha voci dissenzienti”.

Una sofferenza che riguarda non solo il pluralismo informativo: “un sistema politico che vota per la maggioranza per l’invio di armi trasformando l’Italia in un paese belligerante di fatto, in un’istituzione anch’essa di fatto belligerante: l’Unione Europea, il fratello scemo della Nato”. È perciò il modo in cui si sta agendo sotto il profilo della guerra tra Russia e Ucraina che desta ancor più preoccupazione sulla evidente non curanza della ‘voce popolare’. “Bisogna ridare voce al popolo, attraverso un’espressione più piena del dibattito reale” che sembra andare, appunto, contro la stessa guerra e l’invio delle armi. “Come Alternativa abbiamo cercato di aderire a tutte quelle iniziative andate verso la rottura degli schemi”. Riferendosi alla Manifestazione infatti L’Onorevole continua: “sembra uno spunto per invitare forze politiche e istituzioni a schierarsi per la pace e manifestare. Mi sembra un modo limpido per affermare una forza popolare. I governanti in passato avevano una forza popolare di freno che in passato veniva rappresentato dai popoli che trovavano il modo di esprimersi. Oggi vogliono impedire questa tipologia di espressioni. Sono molto inquietanti le vicende recenti con una strana commistione di tavoli in cui si ragiona genericamente di fake news, si allude, si mette uno stigma nei confronti di alcune persone con la complicità di alcuni media che non fanno distinzioni, mettendo la stessa tecnica usata nella gestione della crisi Covid. Vorrebbero chiudere il dibattito mettendo anche paura a chi vuole farlo. Credo che sia ragione sufficiente per fare una bella interrogazione parlamentare per chiamare Draghi a rispondere alle camere”.

Tutte idee queste che sono state poste come principale fonte di dialogo per il 18 giugno e che si aggiungeranno anche al tema del caro vita: “C’è un nesso tra le tendenze alla guerra, l’intento di creare una cesura tra il mondo europeo e quello euroasiatico in generale che, impostato in modo traumatico come lo vorrebbe impostare una parte delle classi dirigenti europee con la complicità di Draghi e alcuni altri, rischia di creare una rottura geopolitica e una caduta del tenore di vita drammatica per centinaia di milioni di persone. C’è una narrazione che viene imposta anche con molte bugie. Non dobbiamo farci condizionare da un gruppo di paesi che vuole imporre una narrazione bellica all’Europa”.