Ora che l’emergenza sanitaria non è più tale neanche dal punto di vista legale, con lo status giuridico scaduto il 31 marzo scorso e non prorogato, cominciano ad emergere alcuni dettagli scottanti su ciò che è accaduto all’inizio di tutto. Gennaio 2020, quando il Covid sembrava solo cosa cinese: tante cose di questo periodo devono essere chiarite, perché è qui che può essere rintracciato il momento che avrebbe potuto cambiare la storia. Difatti una migliore gestione avrebbe potuto indirizzare l’intero corso del Governo in materia di epidemia, magari senza ricorrere alle restrizioni che poi hanno caratterizzato tutto l’arco pandemico.
Se, dunque, si fossero tenute in maggiore considerazione le indicazioni (poche, va detto) provenienti dalla Cina? Qualche domanda in questa direzione le ha poste in diretta il professor Mariano Bizzarri, docente di patologia clinica all’Università Sapienza di Roma. Intervenuto in diretta ai microfoni di Fabio Duranti, insieme all’avvocato Giorgia Venerandi, Bizzarri ha citato studi e documenti che dipingono uno scenario raggelante: “Chi doveva sapere, sapeva”. Questo il retroscena del Prof. Bizzarri a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.
“Vedete: chi doveva sapere sapeva. Perché noi oggi sappiamo che il 2 gennaio 2020 i cinesi già avevano pubblicato una prima casistica su 42 pazienti ricoverati per Covid, chiamato proprio così. L’Oms ha saputo che esisteva il virus il 20 gennaio, il mondo molto dopo a febbraio. Il 5 gennaio, il Ministero della Salute italiano già aveva mandato l’allarme dicendo attenzione pericolosa epidemia virale con polmonite interstiziale che proviene dalla Cina. Hanno lanciato l’allarme per alcuni giorni fino a che, in data 12 gennaio, hanno corretto dicendo ci siamo sbagliati. Sono io che faccio la domanda: qual è stata la manina che ha voluto dall’inizio allontanare i sospetti sulla Cina? E chi ha preso la responsabilità di non attivare il piano pandemico? È vero che non era stato aggiornato, ma uno straccio di piano c’era dal 2006. Perché non lo hanno aggiornato? Perché non lo hanno attivato? Abbiamo cominciato a rispolverare l’esistenza del piano quando l’11 marzo, passati due mesi, la prima volta il Presidente del Consiglio firma il primo Dpcm e impone il lockdown. Sono domande non scientifiche, sono domande politiche”.