Tutti ricordano gli anni di Mani Pulite, la cui storia a onor del vero sarà probabilmente riscritta. Un giorno in cui ritornerà la giustizia, dopo la vendetta sociale. Tuttavia, a distanza di 30 anni da quel periodo, possiamo osservare che aver tolto di mezzo a colpi giudiziari una classe politica autorevole ha certamente contribuito a creare praterie, nelle quali i cowboys delle privatizzazioni hanno avuto buon gioco a cavalcare l’onda del pensiero neoliberista.

Oggi sto dando una chiave di lettura molto diversa della storia. Una storia che io ho vissuto in prima persona, perché in quegli anni feci attività politica. A distanza di 30 anni dobbiamo riconoscere che la chiave di lettura che noi avevamo in quei giorni era falsata. Cioè, il fatto che ci fossero degli uomini politici di malaffare non toglie il fatto che ci fosse una classe politica che mai avrebbe consentito, come ha fatto quella della “Seconda Repubblica” di svendere il Paese ai privati e di cedere sovranità monetaria e politica.

Avere ceduto la sovranità monetaria italiana a condizioni capestro, che sono state quelle dei sacrifici che abbiamo dovuto adottare con le privatizzazioni, con la riforma delle pensioni, la riforma del lavoro e tutte le cose che facemmo negli anni ’90… furono pesanti per l’Italia. Disegnarono una traccia, una strada purtroppo di declino nell’occupazione, nei salari, nella difesa dei deboli. Ecco la classe politica che dominava nel Secondo Dopoguerra non lo avrebbe probabilmente consentito. E questa è la ragione fondamentale per la quale noi abbiamo dimenticato che il “miracolo italiano” si fece con un sistema bancario italiano.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi