Oggi ci divertiamo, perché quel che vi sto per raccontare ha davvero del surreale. Stamattina mi scrive Rosaria, una mia lettrice, comunicandomi che si trova a Siviglia, in Spagna, e che domenica avrebbe il volo di rientro a Napoli; ma avendo febbre molto alta diversi sintomi del Covid ha preferito contattare la compagnia per spostare il volo in attesa dell’esito del tampone che quasi sicuramente attesterà la sua positività.
Premettiamo che se non fosse per una questione di coscienza, Rosaria potrebbe salire su quel volo. Nessuno la fermerebbe in quanto munita di green pass.
Rosaria ha fatto un molecolare di cui ancora non ha avuto risposta, ma ha voluto scrivere prontamente al servizio assistenza della compagnia per chiedere di spostare preventivamente il volo, non volendo rischiare di viaggiare positiva. Il rischio è che infatti il risultato della sua positività arrivi lunedì mattina, dopo aver preso il volo il giorno prima (cosa che lei vorrebbe evitare).

La risposta della famosa compagnia low cost è davvero surreale:
“Per quanto riguarda il covid non viene più riconosciuto come malattia grave da parte della nostra compagnia, quindi lei non può avere il rimborso e deve pagare una penale qualora volesse cambiare la data”.
Chiede quindi la donna all’assistente: “Dunque posso partire lo stesso dato che per la vostra compagnia il Covid non rientra nelle malattie gravi?”
– “Se si prende la responsabilità. Questi sono i nostri nuovi termini”.

Apprendere che il Covid sia diventato una semplice influenza ci riempie di gioia (la stessa Rosaria si è detta ben contenta di ripagare un biglietto aereo se questo implica la fine dell’emergenza sanitaria), oltretutto lo abbiamo detto tante volte: alla luce della nuova variante Omicron è giusto che i governi comincino a fare quello che è già stato annunciato in Inghilterra, in Spagna e, a quanto pare, anche da famose compagnie aeree, ossia trattare il Covid come un’influenza. Ciò che però rende tutto questo surreale è il fatto che Rosaria, dopo poco più di un’ora di volo, dovrebbe atterrare in un paese dove le dicono che le terapie intensive sono al collasso a causa del Covid. Dove c’è gente bloccata sulle isole perché non può raggiungere la terra ferma a causa del green pass. Dove è stato introdotto un TSO per grosse fette della popolazione a causa di quello che al governo definiscono una nuova esplosione dello stato di emergenza, che infatti è stato prorogato.

Emergenza che, come vedremo, adesso giustificherà nuovi inciuci politici, nuove distorsioni della democrazia, nuove compressioni dei diritti dei cittadini; salvo scoprire che i nostri vicini hanno invece declassato la malattia a “non grave”. Tant’è che non rinuncerebbero neanche ai 60 euro del costo del biglietto per evitare che un passeggero possa viaggiare positivo, se se ne assumesse la responsabilità.

Ora la domanda che mi pongo è questa: dobbiamo festeggiare o ci dobbiamo inca**are? Che rimanga tra noi, non ditelo a Draghi e a Speranza mentre aspettano che la shock doctrine, ossia di approfittare dello stato di shock del paese per i propri personali interessi.

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