Il concetto di privacy si è molto allargato nell’era della digitalizzazione. Quotidianamente siamo costretti ad autorizzare, nella nostra navigazione su web e app, decine di autorizzazioni sulla privacy. Negli ultimi anni si è tentato di regolarizzare la cattura delle informazioni personali da parte dei grandi player del web, ma i risultati al momento sono insufficienti. Ogni tanto torna anche di attualità la tematica relativa alla possibilità che i nostri smartphone vengano controllati a distanza con attivazioni indesiderate di microfono e Smartphone.

Temi che già da anni fanno parte del dibattito in onda sulle frequenze di Radio Radio, come sottolinea Fabio Duranti: “Accendere il microfono o la videocamera del cellulare è possibile, tecnicamente si può fare. Noi lo dicevamo da temo, adesso se ne accorgono anche i giornaloni, compreso il Corriere della Sera. Possono entrare anche in tutti gli archivi, foto, video spostamenti, sanno anche chi avete chiamato e a che ora. Non mi sembra ci siano state reazioni“. Il discorso vale per tutto il mondo digitale, senza escludere gli stessi giornali che ora pubblicano notizie a riguardo, continua Duranti: “Hanno creato sistemi per cui sei costretto ad accettare le loro pratiche per accedere a un servizio. Oggi anche i giornali hanno i biscottini che ti mettono nel computer o nello smartphone per tracciarti. Prima quando andavi a comprare il giornale non è che si facevano gli affari tuoi. E anche se vi abbonate vi profilano, perché i vostri dati comunque li inviate e accettate i cookies“.

Il problema esiste anche a livello di possibili manomissioni delle immagini e dei video, che pone nuovi limiti e confini alle nostre libertà, aggiunge Meluzzi: “Io partecipo a programmi di criminologia, dove si spiega come con telecamere e celle dei cellulari si può risalire a quanto accaduto. Col cavolo perché quello che troviamo su quelle telecamere può essere cancellato e riscritto. Andiamo verso una realtà totalmente costruita. L’unico spazio di privacy che ci rimane è il nostro corpo, e infatti vogliono prendere anche quello. Lo hanno fatto con la vaccinazione di massa, lo faranno ancora di più con la campagna del microchip. Perché se c’è ancora qualcuno non totalmente penetrato dalla loro comunicazione falsa, c’è ancora un pericolo di una resistenza“.

Contri a questo proposito ricorda una massima del marketing che è sempre più attuale e presente” Quando qualcosa è gratuito vuol dire che il prodotto sei tu”. Infatti, spiega Contri: “I social sono gratis e tu in cambio gli cedi la tua personalità e i tuoi contatti. Mentre noi siamo continuamente con la testa dentro il cellulare e quindi viviamo di frammenti, questi frammenti sono al 90% puttanate. Dovremo tornare a scriverci le lettere di carta probabilmente“.

Il mondo digitale potrebbe diventare una prigione virtuale fatta anche di prove di immagine che non hanno alcun valore o significato, chiosa Vanni Frajese: “Ma perché questi vogliono il digitale così tanto? L’ analogico non lo puoi cambiare, il digitale lo posso cambiare come pare a me, chi controlla il sistema può far apparire con un clic la realtà esattamente come vuole“.