Mentre l’Italia si trova immersa nelle manovre da lacrime e sangue attuate dal Governo su Covid e vaccini, nel resto del mondo si gioca da tempo una partita molto più grossa. Tanti cittadini distratti dal fiume di decreti emanati dal Premier Draghi, stanno perdendo di vista cosa li circonda al di fuori dei confini tricolori. Lo scacchiere geopolitico oggi è pieno di stravolgimenti con i principali avversari, Stati Uniti e Cina, che muovono le loro pedine.

L’ultima tappa dello scontro vede in queste ore come teatro di conflitto il Kazakistan. In seguito alle proteste iniziate contro l’aumento del prezzo del carburante, il malcontento del popolo si è trasformato in rivolta contro il presidente Kassym-Jomart Tokayev. Ma la questione non è per nulla solo interna al Paese: da più parti si denunciano pesanti influenze della Russia di Putin. A tal punto che anche gli Stati Uniti hanno invitato il Cremlino a “ritirare rapidamente le truppe”.

La questione kazaka, dunque, si inserisce nel fitto mosaico dei territori di disputa tra fronte occidentale e orientale. In mezzo storicamente resta l’Italia, da sempre aderente alla prima coalizione. Ma è davvero questo lo schieramento giusto della storia? Non la pensano in questo modo due buon intenditori della materia geopolitica: Alessandro Meluzzi e Diego Fusaro.
Lo psichiatra e il filosofo hanno dato vita in diretta a un confronto sul modello che lo Stivale dovrebbe seguire. “Ritengo che la nostra unica speranza possa arrivare proprio da est – sostiene Fusaro – e soprattutto da una possibile e auspicabile unione di Russia e Cina in funzione antiamericana. È ciò che gli Stati Uniti più temono. Sarebbe l’unica via per mettere all’angolo la ‘civiltà dell’hamburger’. Chiaramente nella variante Biden-Clinton e assai peggio che nella variante Trump. Ma anche nella variante Trump gli Stati Uniti d’America restano un impero imperialistico”. Parere discordante, in parte, quello di Meluzzi: “Anche io sono un grande sostenitore del modello di un certo mondo panrusso, di Dugin e del modello Putin, però purtroppo la divisione planetaria non consente in nessun modo in noi di sperare in una salvezza che arrivi da est”.

Ecco il dibattito a Un Giorno Speciale, con Fabio Duranti e Francesco Vergovich.