Il green pass come strumento statalista di controllo. Non il primo allarme già lanciato da mesi, non l’ultimo ad essere tacciato come l’ennesima trovata di un complottista convinto. E se il buongiorno si vede dal mattino, il complottista in questione potrebbe ritrovarsi ancora con l’ennesima ragione di una realtà disgraziata.
L’ultimo allarme lo ha lanciato il quotidiano La Verità, che in un articolo firmato Claudio Antonelli spiega come la tecnologia del pass può essere collegata a una blockchain (un registro elettronico) che memorizza un numero infinito di informazioni e transazioni in modo permanente. La differenza rispetto ad ora è che la card potrà diventare uno strumento di censimento digitale, dunque abbracciare non solo la nostra situazione sanitaria ma anche gli scambi tra contribuenti.

A far da eco al focus di Antonelli il vicedirettore Francesco Borgonovo: “Il pass diventerà una sorta di passaporto o passaporto fiscale, oppure un passaporto elettronico a livello europeo che può essere legato più o meno a qualunque cosa, perché se un domani ci dicono che sale sull’autobus solo chi ha fatto il vaccino antiinfluenzale, ecco che abbiamo già la schedatura e il sistema di controllo. Lo scopo del green pass è il green pass, non serve ad altro che a controllare. L’avrò scritto cento volte“.

Intanto anche Amnesty International leva il suo appello contro la discriminazione. L’organizzazione non governativa, da sempre baluardo delle cause progressiste, ha infatti bussato alle porte del governo italiano invitando a non discriminare i non vaccinati – lo riporta Reuters – “ogni volta che si trattava di migranti e diritti umani Amnesty era la fonte sulla libertà di stampa, evidentemente questi appelli contano solo quando fanno comodo“, commenta Borgonovo a ‘Lavori in Corso’.
Ecco l’intervista ai microfoni di Stefano Molinari.